SOund36

SOund36 Anno 15 N. 619

Scritto da Annalisa Nicastro

“And all my success has got nothing to do with me
Yeah, tell me again how there just aren’t that many girls in the music scene
It’s another all-male tour preaching equality
It’s another straight cis man who knows more about this than me”
(Camp Cope – The Opener)

Scusate, non abbiamo capito! Potete dirci quante sono le donne prese in considerazione nella scena musicale mondiale? Ci uniamo al grido delle Camp Cope in The Opener un vero e proprio manifesto della band australiana sul sessismo nell’industria musicale. Nelle line up  dei festival in giro per il mondo c’è sempre ancora una preoccupante minoranza delle artiste, anche in quelli che si professano al fianco delle donne e che dicono di rispettarle. E allora sapete quante brave band al femminile esistono sulla faccia della terra? Ve lo diciamo noi: sono tantissime, più di quelle che voi potete immaginare.
Questo numero di SOund36 è tutto dedicato alle donne e al loro talento.

Molly Malone crying “Cockles and mussels, alive alive oh! è diventata la canzone più cantata nel mondo. Giovanna Musolino ce la racconta

– Lezioni di chimica a Crema per la data zero della Rettore. Noi c’eravamo

– Squarci di paesaggi e storie di vita si intrecciano nell’album di Kristina Jacobsen che stupisce e affascina

– E’ un album da avere assolutamente quello di Mafalda Minnozzi che ripropone i classici brasiliani rivestiti da un’anima nuova

Margherita Zanin celebra Lucio Dalla ed è semplicemente perfetto

– Il sax baritono di Helga Plankesteiner ci porta nelle strade di New Orleans

– Noi donne necessitiamo di una presa di coscienza forte. Essere consapevoli del nostro valore è essenziale per non diventare “vittime” di una società che ancora si basa su una concezione altamente maschilista, parole sante queste delle The Jolly Shoes Sisters

Serena Zaniboni è stata vulcanica nel suo concerto al Bravo Caffè

– E’ stata una serata magica quella che ha avuto come protagonista la voce di Alessandra Ferrari

 

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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