Solo chi ha un repertorio praticamente sterminato e una band di musicisti di livello eccelso può permettersi di cambiare scaletta ogni sera nell’ambito dello stesso tour. Questo è quello che sta succedendo con Francesco de Gregori, partito la scorsa settimana con una serie di concerti che ha già proposto, finora, 5 setlist differenti. E questo forse è sufficiente a confermare lo spessore dell’artista (e dei musicisti con lui sul palco) che abbiamo difronte, semmai ce ne fosse bisogno, ma non soltanto. Se dopo oltre cinquant’anni di musica dal vivo il Principe dei cantautori riesce ancora a stupire, affascinare, incantare e soddisfare anche il pubblico dal palato più fine (lo “zoccolo duro dei fan”, che è pure il più esigente se vogliamo), allora possiamo dire che siamo andati addirittura oltre le più felici aspettative.
Il tour, organizzato e promosso da Friends & Partners e intitolato semplicemente De Gregori dal vivo, vede il ritorno sul palco del cantautore come solista, accompagnato dalla sua affezionata band, dopo due anni di collaborazione con il collega e amico Venditti e una sporadica recente parentesi con Checco Zalone, con il quale ha pubblicato in primavera un piacevolissimo disco solo piano e voce. Partito da Piacenza lo scorso 13 luglio, il tour è giunto quindi al suggestivo Castello Scaligero di Villafranca di Verona per il Villafranca Festival 2024 il 18 luglio scorso, e proseguirà attraverso una serie di luoghi storici e splendidi anfiteatri italiani (il Castello di Udine, il Castello Carrarese di Este, gli scavi di Pompei fra gli altri) per concludersi il prossimo 4 settembre a Prato.
Questi appuntamenti dal vivo si caratterizzano, rispetto alle tournée precedenti, per una scelta accurata di brani più intimistici e di forte impatto emotivo in cui la splendida voce di De Gregori, arricchitasi di profondità con il passare degli anni, è sempre in primo piano e l’artista assume totalmente il suo migliore ruolo di cantante. I pezzi più “roccheggianti” e ritmati, in questo concerto, si contano davvero sulle dita di una mano, mentre il vero corpo del live, quello che varia di sera in sera, è costituito da brani più soft e intensi in stretta condivisione con gli spettatori.
Nessuna scenografia e nessuno sfondo multicolore sono necessari a creare la giusta atmosfera per i suoi brani: a De Gregori bastano la belle canzoni, magari con dei nuovi arrangiamenti, una band affiatata sempre sul pezzo, la voce morbida, la sua armonica, e nient’altro. E c’è già tutto.
Ad aprire i concerti di questo tour è Angela Baraldi, attrice e cantautrice bolognese che con la sua voce potente e versatile ha collaborato con musicisti come Lucio Dalla e, nel cinema, fra gli altri con Gabriele Salvatores. La Baraldi ci propone tre brani, di cui due nuovi, accompagnata alla chitarra da Fabio Fantuz, e nel finale del concerto di De Gregori tornerà sul palco per un prezioso ed apprezzato duetto sul brano di Dalla, Anidride solforosa.
Ad inizio concerto è lo stesso De Gregori, fino a qualche anno fa restio a spiegare o introdurre i propri brani, ad avvertire il pubblico di essersi “stufato di fare le canzoni che la gente vuole sentire”, e in effetti in scaletta i “cavalli di battaglia” sono davvero pochi, giusto l’immancabile Generale, la sempre verde Rimmel riportata vicina agli antichi splendori con la magia dell’armonica, l’intensa Sempre e per sempre cantata sul tappeto di note del pianoforte di Carlo Gaudiello, l’immensa Donna cannone e il valzer finale di Buonanotte fiorellinoche coinvolge tutto il pubblico in piedi in chiusura del concerto.
Per il resto, una sorpresa dopo l’altra: il cantautore romano, complici il “capobanda” e sensibile arrangiatore Guido Guglielminetti e la collaudata band, dona al pubblico una serie di brani gioiello ripescati dal cassetto della sua miglior produzione. Ed ecco quindi in questa serata la possibilità di ascoltare canzoni deliziose come Caterina, Piano bar, Atlantide, A Pa’ ( che De Gregori presenta come una canzone “religiosa”), la struggente Deriva, I matti e una inaspettata e giovanile L’uccisione di Babbo Natale, che regala autentici brividi nonostante la temperatura esterna si aggiri ancora intorno ai 30 gradi (di sera) e a tutto venga da pensare tranne che al Natale. È anche questo il bello di De Gregori: la sua voce calda ti prende per mano e ti accompagna con garbo attraverso le scene di piccoli “film” che si riescono a “vedere”, canzoni come La valigia dell’attore, La leva calcistica della classe ’68, San Lorenzo o Il cuoco di Salò, e tu ti ci senti a casa perché è la storia del tuo tempo, della tua vita, ed ogni brano tocca tutte le volte corde diverse, inaspettate e personali.
Sul palco con Francesco De Gregori in questo tour meritano tutti i nostri applausi: Paolo Giovenchi alle chitarre, Alessandro Valle alla pedal steel, al mandolino e alla chitarra elettrica, Guido Guglielminetti, che ha curato gli arrangiamenti e la direzione artistica del tour, al basso, Carlo Gaudiello al pianoforte, Primiano Di Biase all’organo hammond, Simone Talone alla batteria e percussioni, e Francesca La Colla ai cori e in duetto nel brano che apre il concerto, Il fischio del vapore che De Gregori ha scritto con Giovanna Marini.
Si ringraziano Friends & Partners, Villafranca Festival e gli uffici stampa per la gentilissima disponibilità.
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FRANCESCO DE GREGORI
Villafranca di Verona, Castello Scaligero
18.07.2024
Scaletta del 18.07.2024 Villafranca (VR)
Il fischio del vapore – con Francesca La Colla
Il vestito del violinista
Caterina
Piano bar
Giusto o sbagliato
A Pa’
Atlantide
L’aggettivo mitico
L’uccisione di Babbo Natale
Deriva
Numeri da scaricare
La valigia dell’attore
I matti
Generale
Il cuoco di Salò
San Lorenzo
La leva calcistica del 68
Sempre e per sempre
La donna cannone
Pezzi di vetro
Anidride solforosa (Lucio Dalla) – con Angela Baraldi
Rimmel
Buonanotte fiorellino