Nan è il secondo album del duo Italo- Brasiliano Hate Moss. Registrato tra Italia, Regno Unito e Turchia, l’album contiene otto tracce che trattano il tema dell’alienazione e attraverso il nome Nan, acronimo di Not a number, racconta di un gruppo di dati che possono essere interpretati con un valore indefinito o irrappresentabile.
Le influenze musicali di Nan si dividono tra Prodigy e Massive Attack, con grandi cantautori della tradizione italiana come De Andrè ed ai compositori della MPB (musica popular brasileira), dai quali hanno appreso l’importanza della narrazione attraverso i testi.
In questo album le lingue madri, Portoghese e Italiano, si alternano all’inglese con l’aggiunta di un brano in lingua turca, che sottolinea l’importanza dei luoghi in cui il gruppo ha avuto il piacere di suonare. Rispetto all’album precedente, quello di debutto, la scelta di usare un approccio molto più immediato non ha influenzato nel rinunciare ad affrontare tematiche socialmente rilevanti, anzi i testi assumono una notevole importanza, riuscendo a farci comprendere un messaggio più profondo.
Il disco si apre con il brano “Neve”, che racconta la difficoltà di superare e affrontare un lutto, risulta musicalmente molto malinconico ed è come se le voci del duo siano quasi soffocate dal sound. Il secondo brano “Pensar”, tra elettronica e trip hop, narra delle ingiustizie sociali ed evidenzia quella che è l’importanza della persona nella lotta al cambiamento. La traccia successiva è “Dei buoni dei”, un testo molto triste che denuncia tutte le morti nel Mediterraneo e lo fa utilizzando un sound super frenetico. Quarto brano è “Eremita”, una ballata con fusioni di glitch lo-fi e strumenti acustici, si sofferma sulla difficoltà di comunicare tra singoli individui, culture e stati: un ipotetico dialogo con l’ascoltatore il cui interesse è quello di far valere la propria opinione sugli altri. Il singolo “Birdhana”, invece, racconta un episodio in cui alla fine di un concerto la richiesta di numerosi bis, si trasforma all’improvviso in una rissa incontrollata, il tutto accompagnato da un sound che ricorda inizialmente musica sacra e che piano piano crescendo si perde tra fusioni elettroniche. Con “Fog” si ritorna alla tematica dell’ingiustizia: la società in cui viviamo ci sfrutta e ci controlla facendoci credere di fare tutto per il nostro bene. Settimo singolo “Peonia” è un brano in stile trip-hop con accenni minimal techno ed influenze di cumbia.
Attraverso la dedica “tutto ciò che è sbagliato diviene giusto, quando si ama”, ci vuole mostrare le difficoltà che ogni relazione si trova ad affrontare e di come cerchiamo di andare avanti perché alla fine, quando le cose sono fatte a fin di bene, tutto ciò che sembra sbagliato si rivela giusto. L’album Nan chiude con “Stupid song”, una canzone sul suicidio, che attraverso ritmi allegri e parole cercano una via d’uscita dal disagio, creando un’atmosfera grottesca.
Hate Moss:
Nel 2017 Tina e Ian si sono incontrati a Londra (Regno Unito) dove hanno deciso di avviare un’etichetta indipendente, la Stock-a Records, diventata poi Stock-a Production, un collettivo con l’obiettivo principale di supportare artisti emergenti.La loro collaborazione si è trasformata in un progetto musicale nel 2018 quando hanno lanciato il loro primo singolo “Honey”, seguito da vari tour in Brasile, Italia e Regno Unito. Il loro primo album, “LIVE TWOTHOUSANDHATEIN”, è stato pubblicato a maggio 2019 attraverso la loro etichetta e li ha portati a presentare il loro lavoro in Spagna, Portogallo e Turchia, nonché a festival internazionali come la Biennale di Venezia (IT), Locomotiva Festival (BR) e Goiania Noise (BR) dove hanno condiviso il palco con artisti di fama underground come Rakta, Boogarins e Ratos de Porão.