Recensioni

Shed Seven – A Matter of Time

Scritto da Daniela De Vellis

Dodici brani di nuova maturità, nutriti dalla consapevolezza delle origini e dalla capacità di rimanere fedeli a se stessi.
Una fedeltà ispirata dallo stupore di gioventù, lo stesso stupore che ha spinto Rick a cantare Throwaways con Pete Doherty, brano di chiusura dell’album.

Il tempo é galantuomo.
Il tempo è tiranno.
Il tempo andato non torna più.
Se ne dicono tante sul tempo e, in fondo, è sempre una questione di tempo.
Lo è anche per gli Shed Seven che, dopo sei anni, tornano con il loro quinto album intitolato proprio A Matter of Time – Una questione di tempo. I quattro ragazzi di York festeggiano, con questo lavoro, il loro trentesimo anniversario dall’uscita del loro album di debutto nel 1994 – Change Giver.
Lo stesso Rick Witter – frontman del gruppo – si dice stupito che un compleanno così importante coincida con l’uscita di questa raccolta. A Matter of Time è uscito il 5 Gennaio 2024 è la conferma della genuina voglia di quattro quindicenni di York di imbracciare la chitarra e suonare sul palco con l’entusiasmo nelle vene e l’autenticità nel sangue.
Dodici brani di nuova maturità, nutriti dalla consapevolezza delle origini e dalla capacità di rimanere fedeli a se stessi.
Una fedeltà ispirata dallo stupore di gioventù, lo stesso stupore che ha spinto Rick a cantare Throwaways con Pete Doherty, brano di chiusura dell’album. E Rick doveva essere piuttosto stupito quanto incredulo a vedere il suo idolo Pete seduto affianco alla sua famiglia, a godersi il Bingley Festival e a sapere che il mito aveva imparato a suonare la chitarra proprio con i brani degli Shed Seven.
Allora sì che è solo questione di tempo perché i sogni si avverino.
Throwaway è forse il brano più rappresentativo di tutto l’album e dell’intera forza motrice del gruppo. Da una melodia nella testa di Rick e sulle dita di Paul (Paul Banks, chitarrista degli Shed Seven) diventa materia sonora con le voci sporche di vita e le chitarre che si carezzano e raccontano l’insensatezza del voler compiacere il pubblico per essere sulla cresta dell’onda.
Si sale e si scende sulle onde alte degli acuti di Lauretta degli Happy Mondays nella brillante, esplosiva, esuberante, da febbre del sabato sera e mal di testa della domenica mattina nel quinto brano della raccolta intitolato In Ecstasy.
É dedicato a tutte le storie d’amore che non hanno bisogno di dediche sulla sabbia o albe mozzafiato per essere vere, tuoni e lampi che spaccano il cielo rendono altrettanto tangibile l’intangibile.
E si torna a prendere fiato sulla ballata Tripping With You con la morbida voce di Laura McClure dei Makers. In un ambiente folk tipicamente inglese, si scivola nei luoghi bui dell’animo umano dove è inverno anche d’estate.
Ma quando il cambiamento suona alla porta, è ora di uscire da questi luoghi e prendere coscienza di quello che si è diventati. Ring the Changes, penultimo brano, è questo: un inno alla consapevolezza di sé, al passato che ha reso possibile il presente, questo presente.
L’intero album ha il sapore dei vecchi album delle fotografie, alcune pagine bisogna staccarle con cura perché il tempo e la dimenticanza ne hanno incollate alcune foto. Tra pagine incollate e foto dimenticate, si sfogliano tempi e vita. All’osservatore la scelta: restare incollati o scollarsi anche a costo di staccare la pelle. In fondo si sa, ogni scelta o non scelta è solo una questione di tempo

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Daniela De Vellis

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