Recensioni

Envy of None – That Was Then, This Is Now

Scritto da Daniela De Vellis

Quello che era prima, non è più adesso. Si apre un nuovo capitolo per il super gruppo degli Envy of None

Si viene al mondo una sola volta ma si possono scegliere infiniti modi per vivere. Gli Envy of None hanno scelto di vivere la seconda parte della loro vita musicale con un lavoro che si estende ai confini del prog rock con abilità e profondità.
Andy Curran, bassista della band americo-canadese, battezza questo nuovo lavoro come “l’inizio ufficiale del secondo capitolo degli Envy of None”.
Il supergroup costituito da Alf Annibalini, Andy Curran, Alex Lifeson e Maiah Wynne è entrato nella seconda fase della sua carriera musicale con un EP di cinque tracce uscito il nove Giugno e intitolato That Was Then, This is Now, stesso titolo della quinta traccia che chiude l’Extended Play e che contiene l’intero significato dell’opera: quello che era prima, non è più adesso.
La band segna un confine con il lavoro precedente del 2021 senza, in realtà segnarlo, ma, al contrario, estendendolo fino ai confini dell’elettronica con l’espansione del suono stesso, attraverso l’inclusione della voce senza distorsioni nei drums, nelle tastiere e nei sintetizzatori.
Nessun elemento fa da cornice all’altro, non esistono più i limiti della voce e degli strumenti, tutto si estende e si mescola con fluidità e crescente sinergia.
La voce soffusa e onirica di Mahia e le parti corali delle tracce enfatizzano le atmosfere visionarie che fanno da sfondo all’intera raccolta.
L’EP contiene cinque tracce, tra cui i due remix Dog’s Life e Dumb contenuti nell’album di debutto del 2021.
Ogni traccia segna in maniera ineluttabile la necessità della band di entrare in nuova vita e, per riuscire, occorre abbandonare i preconcetti che appesantiscono il passato di ciascuno. Lethe River, brano di apertura della raccolta, offre le sue acque per entrare nell’oblio e sollevare l’anima dalla legenda del proprio passato. Voce e chitarra si compensano sinuose per iniziare un viaggio di scoperta e di riscoperta di se stessi, passando per suoni talvolta graffianti e talvolta carezzevoli.
Si prosegue correndo sulle dissonanze di You’ll Be Sorry per poi tuffarsi nei due remix avventurosi di Dog’s Life e Dumb (Der Dummkopf Remix) e finire risucchiati nei sussurri travolgenti e i cori trascinati dell’ultima traccia That Was Then, This Is Now.
Il brano di chiusura dell’EP è un forte richiamo all’omonimo romanzo del 1971 della scrittrice americana S.E. Hinton che, con il linguaggio della strada, riempì le pagine del disagio del diventare adulti, età in cui l’intuito deve chiedere il permesso al sospetto per affermarsi e quello che eravamo non è quello che siamo.
Si chiude un capitolo che, al contempo, è l’inizio di uno nuovo, in un susseguirsi di eventi senza senso ma inestricabilmente legati fra loro che tessono gli infiniti modi di vivere.

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Daniela De Vellis

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