“Celentano è un ossimoro, forse il più bell’ossimoro espresso dalla musica italica.”
Quest’anno il Festival di Sanremo si è aperto e chiuso con un mare di polemiche. La ragione? Facile, la presenza del “Re degli Ignoranti”, Adriano Celentano, un cantante amatissimo trasformatosi negli anni nel più grande predicatore del piccolo schermo.
E di fronte al pulpito televisivo l’Italia si è nuovamente divisa tra colpevolisti e innocentisti, per alcuni Celentano dovrebbe fare solo quello che gli riesce meglio e cioè cantare, altri invece si sentono rappresentati dal Celentano predicatore, sono convinti che un personaggio pubblico debba usare la propria popolarità per porre l’accento su tematiche che interessano la collettività.
E io che faccio? Semplice, mi dedico alla lettura di Celentano & Rivoluzione di Epìsch Porzioni. Proprio la partecipazione sanremese del ragazzo della via Gluck è lo spunto per questo libro edito da Chinaski, non una semplice biografia, né tanto meno una didascalica narrazione dell’opera dell’artista ma una scanzonata e leggera descrizione del fenomeno Celentano. L’originalità del libro è in gran parte dovuta allo stile di Porzioni, leggero appunto, colloquiale, divertente e ironico.
I diversi capitoli si susseguono secondo un ordine cronologico che ripercorre gli ultimi sessanta anni della storia della società italiana dal secondo dopoguerra. Tutto inizia negli anni Cinquanta quando nel nostro paese, dopo lo sbarco degli americani, arriva anche il rock and roll. Celentano, come milioni di giovani italiani dell’epoca, scopre questo nuovo genere musicale e ne diviene uno dei principali interpreti. Dalle cover ai pezzi propri, Celentano inizia a calcare i primi palcoscenici. Ben presto arriva anche il successo, i dischi e i vari festival. Gli anni sessanta portano un’ondata di novità e di rivoluzione. Qui ritroviamo il “nostro” alle prese con il problema della cementificazione, nasce, infatti, uno dei suoi brani più amati, Il ragazzo della via Gluck, un canto ecologista ante litteram.
Come viene ricordato in tutto il libro, Adriano Celentano è sempre riuscito a sfuggire alle etichette stereotipate ed ecco allora che negli anni Settanta con l’intero paese che sciopera lui si presenta a Sanremo, in coppia con Claudia Mori, sua moglie, e canta Chi non lavora non fa l’amore, un brano fortemente reazionario per l’epoca. Gli anni Ottanta vedono gli esordi di un Celentano presentatore-predicatore, come dimenticare il suo Fantastico 8 alle prese con il referendum per l’abolizione della caccia. Da allora ovviamente gli show di Celentano si sono susseguiti negli anni creando ogni volta un gran polverone ma anche ascolti record. Gli anni Novanta si aprono con Adriano Celentano decisamente sul viale del tramonto per ciò che riguarda la sua principale attività, la musica. Ma come l’araba fenice riesce a risorgere dalle sue ceneri, infatti, grazie al fortunato duetto con l’amica storica Mina e alla collaborazione con Mogol si realizza l’ennesimo trionfo musicale del molleggiato.
Dal ragazzo che voleva fare l’orologiaio all’artista che tuttora vende milioni di copie di dischi la strada è stata lunga e costellata di enormi successi e come lo stesso Porzioni ricorda: “La tesi qui è che lui sia un pezzo d’Italia. Incastonato. Legato alla nostra storia e all’immaginario della nazione. Che ne sia specchio e mai deformato. Che ne rappresenti le eccellenze come gli smarrimenti reazionari, senza la nostra deteriore cialtroneria. Di cialtrone ha solo la maschera.”
CELENTANO & RIVOLUZIONE
Di Epìsch Porzioni
Chinaski Edizioni
200 pp., EURO 15.00