Interviste

Bologna si tinge di arcobaleno

Scritto da Lucia Castagna

Per la prima volta in Italia, arriva Various Voices, festival internazionale dei cori LGBTQ+, 3500 coristi con l’intento di diffondere con la musica un messaggio di inclusione e accoglienza. Madrina e special guest Senhit

Mentre si trascina ancora l’eco delle proteste e delle contestazioni sul Gay Pride di Roma, nel rigorismo bacchettone e ruffiano di questo vento di destra che invade pericolosamente le coscienze dei popoli con nuove propulsioni di violenza e intransigenza, le strade di Bologna si colorano di tutte le sfumature arcobaleno per rappresentare “Various Voices”, il più importante festival internazionale dei cori LGBTQ+, che per la prima volta arriva in Italia.
Una grande festa che dal 14 al 18 giugno aprirà le porte medievali della città emiliana alla musica e alle atmosfere suggestive di questo spettacolo che vede la partecipazione di oltre 3500 coristi, suddivisi nei 105 cori provenienti da tutto il mondo.
L’evento, che si tiene ogni quattro anni in una diversa città europea, non prevede competizioni né classifiche, non promuove vincitori né vinti, ma ha il solo obiettivo di diffondere attraverso la musica il messaggio di una società più accogliente e inclusiva. E, con uno speciale “support program”, sostenere necessità e situazioni di difficoltà economica e sociopolitica della comunità, in questa edizione italiana dedicato ai cori ucraini.
Il Various Voices Village, punto d’incontro della movida notturna durante il festival, è ospitato da DumBo, il Distretto urbano multifunzionale di Bologna, con grandi spazi per le esibizioni dei cori speciali allestimenti di chioschi con classici assaggi di cibo e bevande, quasi a sottolineare l’atmosfera festosa della manifestazione.
Nei suoi 35 anni di storia, dalla prima volta a Colonia con 4 cori provenienti da 4 nazioni, all’ultima a Monaco, con più di 100 cori arrivati da 19 nazioni, il festival è stato fortemente voluto in Italia da Komos, il primo coro maschile LGBTQ+, che ha partecipato anche alle ultime tre edizioni.
Il Gran Galà di chiusura, la sera del 17 giugno, sarà presentato da Senhit, artista poliedrica, cantante e attrice, nata a Bologna da genitori eritrei, e cittadina del mondo per vocazione e professione. Per l’evento, ha preparato una speciale performance che affermerà la sua vocazione pop rock, e una speciale capacità di dominare la scena.

Sei la madrina della manifestazione, una specie di fiore all’occhiello solista in mezzo alle tante
voci dei cori.
E ne sono orgogliosa, anche per quello che rappresenta in questo momento così critico per i diritti di tutto il popolo LGBTQ+. Ho già preso parte ad altri Pride in giro per il mondo, ma questa è la mia terra, Bologna è la mia città, e sono felice di poter dare qualcosa a questa causa.

Da ragazza giocavi a calcio in una squadra femminile. Pensavi che quella fosse la tua strada?
No, era solo un gioco, anche se ero brava. Ma amavo soprattutto la musica e il teatro, e ho capito che era quello che volevo fare. Ho studiato, mi sono impegnata, ho fatto la gavetta, ho aperto vari concerti degli Stadio, e Gaetano Curreri è stato il mio Pigmalione discografico. Ho interpretato vari musical di successo, “Il re Leone”, “Fame”, “Hair”, “Rent”, anche in Svizzera a in Germania.

Hai anche rappresentato San Marino in un’edizione dell’Eurovision Song Contest, e da allora sei legata affettivamente a questo piccolo Regno.
Sì, sono stata selezionata ancora per rappresentarlo, anche se i piazzamenti non erano esaltanti. Ma io sono una sportiva, e l’importante è partecipare.

Durante la pandemia, ha avuto molto successo il tuo progetto “Freaky Trip to Rotterdam”, una serie di video su you tube.
In quel periodo così tragico per tutti, ho pensato a una specie di tour online come un omaggio ai successi dell’Eurovision. Con la direzione artistica e la complicità di Luca Tommassini, abbiamo fatto dei bellissimi viaggi immaginari, in una scenografia ricercata e unica in cui ogni volta avevo una trasformazione nel look e nello stile. E così abbiamo portato un po’ di conforto e di gioia al popolo del web, che con noi “aveva imparato a ballare la freakydance.

Adesso cosa vorresti fare?
Continuare con quello che sto facendo, sempre con entusiasmo. Mi piace sorridere, essere positiva, perché è così che si arriva alla gente. E magari, mi piacerebbe partecipare al prossimo Festival di Sanremo. Chissà…

About the author

Lucia Castagna

Lucia Castagna, innamorata da sempre della parola e delle cose da raccontare, giornalista professionista, è arrivata alle testate
di maggiore prestigio come inviata, capo redattore e direttore. Autore televisivo e docente di comunicazione, sta scrivendo il
suo primo romanzo.

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