Chiara, una ragazza tarantina di diciannove anni, bloccata in casa dal lockdown dovuto alla pandemia del coronavirus, durante i primi mesi del 2020, decide di riprendere diari, memorie e ricordi vari, per raccontare la sua storia vissuta nella preadolescenza.
La vita di Chiara è segnata dalla presenza incombente e soffocante dell’Ilva, il tragicamente famoso complesso siderurgico che per decenni ha dato vita e morte a Taranto. Lo stabilimento avvelena tutti, anche chi non vi lavora, ma beve l’acqua e respira l’aria del territorio. Tutti hanno genitori o parenti che lavorano nello stabilimento e tutti vivono portandosi addosso il senso di una incombente tragedia che, senza criterio nè preavviso, può colpire chiunque tra loro. E questo accade. La famiglia di Chiara viene colpita dall'”orco”.
Inizia così dentro di lei una profonda trasformazione. Capisce che per non farsi sopraffare dal dolore, per non lasciare che vinca il male, sia quello prodotto dallo stabilimento che quello che brucia l’anima, è necessario reagire. Grazie all’affetto della madre, delle amiche e degli amici, e ai preziosi stimoli ricevuti da una professoressa di Lettere davvero rara, Chiara riesce a farsi attraversare dal dolore senza farsi portare a fondo, riuscendo a trovare in se stessa le energie e le motivazioni per crescere e seguire la sua strada.
Con questa storia, raccontata come un flash-back, Chiara mette alla luce i pensieri, i dubbi, i tormenti che l’hanno assalita; ci mostra come lei ha costruito il bene sul dolore.
Angela Aniello, autrice di questa intensa storia, è insegnante nella Scuola secondaria di primo grado e per questo mi permetto di pensare che abbia messo a frutto la sua esperienza di educatrice e disegnato la figura della Insegnante di lettere utilizzando il suo amore per l’insegnamento e la divulgazione.
Ho letto questo libro per puro caso e sono contenta di averlo fatto; mi ha dato l’opportunità di conoscere un po’ più da vicino il problema dell‘Ilva, ‘respirare’ le polveri e i fumi prodotti dalle sue ciminiere, intuire con quale grande precarietà e preoccupazione vivano le famiglie di Taranto che hanno a che fare con lo stabilimento. I sentimenti, i sogni e le visioni di Chiara sono stati descritti con l’intensità dei colori del cielo, del mare e dei tramonti. Questo romanzo, dopo aver raccontato il dolore, suggerisce una modalità per la rinascita.
Angela Aniello – Il Verso Giusto
E’ un romanzo di rinascita che parla di Chiara e dell’Ilva. Pagina dopo pagina respiriamo le polveri e i fumi prodotti dalle sue ciminiere, e intuiamo con quale grande precarietà e preoccupazione vivono molte famiglie della zona