Sound&Vision

Alessandro Cortini @ Auditorium San Fedele

Scritto da Davide Sciaky

La classe non è acqua. L’Auditorium saluta il musicista con una standing ovation, e qualcuno avvicina Alessandro Cortini cercando un autografo, una foto insieme o solo di ringraziarlo per l’esibizione

Un freddo venerdì dicembre vede l’attesissimo concerto di Alessandro Cortini a Milano. Attesissimo perché lo spettacolo ha registrato un tutto esaurito già da tempo. L’appuntamento è all’Auditorium San Fedele, l’unica sala in Italia ad ospitare un acusmonium, un sistema di proiezione di suono nello spazio tramite un’orchestra di 50 altoparlanti. Il sistema è stato creato da François Bayle, e proprio alla sua musica spetta il compito di aprire la serata. Tramite l’esecuzione di Giovanni Cospito, la sala si riscalda con “Tremblement de terre très doux”, una composizione che in circa mezz’ora ci mostra tutta la potenza evocativa del acusmonium.
Al termine dell’esecuzione c’è una pausa durante la quale gli spettatori si sgranchiscono le gambe, e in questo momento Cortini si avvicina ai suoi strumenti su un tavolo posizionato in mezzo alla sala. Nessuno lo disturba, e probabilmente tanti non si accorgono neanche di lui fino al momento in cui si spengono le luci della sala, così il musicista si muove indisturbato preparandosi all’esibizione.
La performance audiovisiva consiste nella proiezione di riprese macroscopiche di minerali con una colonna sonora eseguita dal vivo dal musicista. Un lunghissimo piano sequenza, l’avvicendarsi di un minerale dopo l’altro diventa rapidamente astratto e ci vuole poco per dimenticare l’effettivo oggetto delle riprese e perdersi nella musica straniante. I visual ideati dall’artista Marco Ciceri appositamente per lo spettacolo sono perfetti per far immergere gli spettatori nell’esplorazione sonora di Cortini.
Un viaggio in territori sicuramente non convenzionali – se qualcuno è venuto al San Fedele convinto di ritrovare qualcosa dei Nine Inch Nails, band che ha dato il successo internazionale al musicista bolognese, sarà tornato a casa quantomeno sorpreso – che dimostrano una padronanza totale degli strumenti elettronici. Un’ora di performance in cui il tempo perde significato, si dilata prima che il concerto finisca dopo quelli che sembrano pochi attimi.
L’Auditorium saluta il musicista con una standing ovation, e qualcuno avvicina Alessandro Cortini cercando un autografo, una foto insieme o solo di ringraziarlo per l’esibizione.
“Grazie Maestro, è stato incredibile”, dice qualcuno. “Macché Maestro, grazie a te per essere venuto” risponde quasi arrossendo l’unico italiano mai introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame. La classe non è acqua.

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Davide Sciaky

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