Interviste

Marmo

Se dall’ascolto di anche solo un paio delle dieci canzoni del disco, qualcuno si sente ispirato per una parte della sua giornata e ne trae una forma di benessere o è preso da un impulso al ballo, abbiamo vinto!

Intervista alla band bolognese dei Marmo che segue la recente uscita (1 dicembre 2023) del primo album in studio per Seahorse Recordings.

Potreste raccontare ai lettori di SOund36 i vostri inizi e il processo compositivo di testi e musica?
(Giulio Cioffi). Abbiamo iniziato nel 2020. Ci siamo trovati con Davide alla chitarra acustica e Luca all’elettrica e definito insieme alcune canzoni che avevamo abbozzato in precedenza ciascuno per conto proprio. Questo ci ha dato una certa elasticità nell’affrontare il percorso di composizione dei brani, accettando di lavorare con stili e spunti di partenza diversi per farne un insieme stimolante per ognuno. Nell’autunno del 2021 sono arrivati Giuseppe alla batteria e Gabriele al basso che sono diventati parte integrante del gruppo rispetto ad alcuni amici che ci avevano aiutato con la parte ritmica fino ad allora.
Per le musiche, in genere Davide, Luca o io arriviamo con un giro di accordi che ci è capitato tra le mani e convinto, a volte con un intero brano in versione acustica. In alcune occasioni ci lavoriamo prima per la parte relativa alle chitarre e poi lo modelliamo insieme in cinque, cercando di rendere il pezzo più fluido possibile e con un buon ritmo. In altre c’è maggiore confronto in sala prove tra tutti e il brano trova la sua strada. Così è stato per Atene ad esempio, nato per ukulele, che abbiamo arrangiato direttamente in sala prove. Sulla traccia completa di chitarra scrivo i testi e cerco le melodie, ma anche per i testi, può esserci l’apporto di altri del gruppo, salvo Gabriele che è un convinto sostenitore del linguaggio dei segni.

Salite Libere è il titolo del vostro primo disco: quali tematiche affronta e da cosa è stato ispirato?
Ci sono dei passaggi dolorosi nei rapporti con l’altro, un amico, una compagna, una qualunque persona cara, una situazione da cui diventa necessario separarsi, che bisogna accettare di lasciare andare per poter crescere e ritrovare la voglia di sognare, costruire, esplorare il mondo e se stessi. Ci sono la difficoltà e lo stupore rispetto all’imprevedibilità̀ della vita. In fondo sono tutte situazioni quotidiane per chiunque. Nell’album ci sono le versioni, le emozioni di chi canta e suona. Le “salite libere” sono le opportunità̀ che ci si presentano. Sarebbe bello scorrere come fiumi, riempiendo gli avvallamenti e senza prosciugarsi, stando al mondo da taoisti. Però per esperienza il percorso della maggior parte di noi prevede pendenze con cui confrontarsi. Ognuno può camminare verso la cima della propria montagna, che sia esteriore o interiore. Nessuno glielo può realmente impedire.

Quali sono le principali influenze nell’ambito musicale o più generalmente culturale?
Ci sono molte influenze, siamo cinque persone con gusti e orientamenti diversi, anche se ci sono sia gruppi che movimenti culturali che piacciono a ognuno di noi ed eventi contemporanei su cui ci troviamo a riflettere assieme. Personalmente, per quanto riguarda la scrittura, ho una formazione letteraria in lingua e letteratura francese e inglese. Ci sono autori che ammiro particolarmente, come Henry Miller e negli ultimi anni ho approfondito un interesse per la cultura orientale e le antiche esperienze di Giappone, Cina e India. Credo che quel che abbiamo alle spalle a livello di ascolti musicali si senta nel disco, ma siamo anche attenti a quello che c’è oggi nelle radio, nel web. Restiamo con le orecchie aperte.

Difficile l’uso della lingua italiana oppure scelta naturalmente sentita?
Difficile in un primissimo momento perché in passato con altri gruppi ero abituato a scrivere in inglese che è così versatile, ma è stato un ritorno alla propria lingua voluto e sentito. Nel rock, pop rock, folk rock oggi mi sembra quasi che sia una scelta controcorrente, se prima invece lo era l’uso di una lingua straniera. La ricerca, la sfida e il piacere stanno nell’arrivare a trovare una lingua italiana che sia il più̀ possibile a misura del ritmo, non aulica o letteraria, il più̀ semplice possibile. Come se si trattasse di associare alla musica dei racconti brevi o la descrizione di alcuni scatti fotografici, di una sequenza di immagini che fanno una storia o un paesaggio dell’animo.

Quali sono le vostre aspettative in merito alla vostra Opera Prima?
Chiaramente un successo planetario, milioni di streaming e l’invito a fare un tour nei principali teatri italiani. Aggiungo: se dall’ascolto di anche solo un paio delle dieci canzoni del disco, qualcuno si sente ispirato per una parte della sua giornata e ne trae una forma di benessere o è preso da un impulso al ballo, abbiamo vinto!

I Marmo sono:
Giulio Cioffi: testi, voce, chitarra elettrica, ukulele.
Luca Caldaroni: chitarra elettrica.
Davide Minelli: chitarra acustica.
Giuseppe Barbera: batteria.
Gabriele Manzoni: basso.

Potete ascoltarli qui

 

About the author

Annalisa Michelangeli

Mi chiamo Annalisa Michelangeli, nata a San Severino Marche nel 1982, ma cresciuta in un piccolo paese tra Marche e Umbria, sui Monti Sibillini. Vivo a Macerata. Amo la musica e ogni altra forma d’arte da sempre. Scrivo poesie e di recente ho pubblicato un saggio autobiografico su un mio personale percorso legato alla gestione della fibromialgia. Ho una formazione linguistica e letteraria, possiedo attestati per insegnare yoga per bambini e quello di assistente all’infanzia. Attualmente svolgo attività di docenza d’italiano per stranieri che è il mio ambito di specializzazione e mi appassiona molto. Da molti anni seguo concerti in tutta Italia, in passato con una frequenza maggiore essendo allora più libera da impegni lavorativi e famigliari: sono anche mamma di una bambina di otto anni. Nel 2007/2008 ho frequentato un corso di giornalismo musicale legato a una rivista che si occupava sia di jazz, che di rock. Ascolto soprattutto indie rock inglese e italiano, ma anche cantautori del passato, musica francese, sono curiosa di scoprire gruppi emergenti e nuove sperimentazioni nel panorama musicale.

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