Interviste

Roberto Attanasio, Intervista

Scritto da Annalisa Nicastro

La mia idea è quella di fornire una panorama sfocato, sarà il fruitore a metterlo a fuoco come meglio crede e soprattutto “sente”.

Roberto Attanasio è un giovane pianista e compositore italiano che abbiamo incontrato in occasione dell’uscita di “Isolated”, il suo nuovo album su etichetta Memory Recordings/Believe Distribution.
Questo suo ultimo lavoro ci porta in un vero e proprio viaggio all’interno del concetto di isolamento e riesce a sviscerare tutti i tipi di emozioni che questo può provocare in ognuno di noi.
Di seguito l’intervista a Roberto, con cui abbiamo approfondito alcuni temi a lui cari.

 

Ciao Roberto benvenuto sulle nostre pagine. Come e quando ti sei avvicinato al mondo della musica?
Vi ringrazio per l’intervista. Il mio avvicinamento al mondo della musica è avvenuto intorno ai 13 anni, sebbene non abbia seguito un percorso classico o “istituzionale”. Ho iniziato subito con la produzione digitale, in un periodo in cui la tecnologia ti permetteva ormai di creare quasi tutto in casa se sapevi come farlo. La passione per il pianoforte è arrivata dopo.

E quando hai capito che il pianoforte era lo strumento piu’ affine a te?
Piuttosto tardi secondo i canoni classici. Avevo poco più di 18 anni quando mi sono avvicinato realmente al pianoforte, ancora non so bene se sia stato io a sceglierlo o lui a scegliere me. E’ molto strano e affascinante scoprire uno strumento musicale in età adulta, è completamente diverso l’approccio di un adulto rispetto a quello di un bambino.

Dopo due album pubblicati con la rinomata 1631 Recordings/Decca, oggi torni con un nuovo album “Isolated” su etichetta Memory Recordings. Troviamo un Roberto Attanasio diverso in qualcosa in questo nuovo lavoro?
La diversità la identifico come maturazione, o almeno questa è la mia convinzione. Sono cambiato io ed inevitabilmente sta cambiando la mia musica. I miei precedenti album erano molto più istintivi, una collezione di emozioni messe nero su bianco senza troppe correzioni e valutazioni. Quest’album è molto più concreto, pensato e scritto con chiarezza seguendo un’idea. Ovviamente le emozioni devono essere il veicolo principale ma sono filtrate dalla logica e dal gusto. Come potrei definire questo cambiamento se non maturazione?

C’è un unico filo conduttore nelle composizioni di “Isolated”?
Il filo conduttore ovviamente c’è. E’ una storia raccontata senza parole, nella mia testa è ben chiaro il racconto che voglio trasmettere. Semplicemente preferisco lasciare che l’ascoltatore ci costruisca la storia che vuole. La mia idea è quella di fornire una panorama sfocato, sarà il fruitore a metterlo a fuoco come meglio crede e soprattutto “sente”.

Lo hai composto e registrato tu con l’aiuto di un “verticoda”, cos’è?
In realtà è un termine poco tecnico ed utilizzato dagli addetti ai lavori (principalmente i costruttori) per definire una tipologia di pianoforte verticale. E’ a tutti gli effetti un pianoforte verticale di taglia grande, sebbene sia dotato di una tavola armonica di un piccolo coda. Questo inevitabilmente genera un suono a metà tra un verticale ed un piccolo coda.

Hai un metodo per la composizione dei tuoi brani? Da cosa parti? Oppure è sempre una creazione diversa da brano a brano?
In realtà non c’è mai un metodo vero e proprio. Molte volte, soprattutto per quanto riguarda gli album, cerco di avere una “progettazione” chiara sebbene muti durante la sua costruzione. Mi è capitato però di scrivere dei brani semplicemente perché mi suonavano in testa da giorni e l’unico “sforzo” è stato quello di trascriverli e produrli. Questo è il caso del mio ultimo EP “Behind Those Eyes I Rest”.

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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