Prodotto da Adriano Viterbini (I Hate My Village, Bud Spencer Blues Explosion), Madre Non Madre segna il ritorno della cantautrice Valentina Lupi. Questo terzo album è un’opera estremamente intima in cui l’interrogativo principe è l’essere o non essere madre, maternità intesa anche come fonte di creazione di esperienze travolgenti, attreverso mezzi quali mente, anima e cuore.
L’estensione vocale di Valentina ci impressiona sin dalle prime note di “Ho Visto Gesù”, un pop elettrico a cavallo tra Levante e Margherita Vicario. L’estasi prosegue con la ballata “Non Potevi Mancare Tu”, che si sveste della sua malinconia latente e si tramuta in un inno univoco all’amore.
I suoni tirati a lucido da Viterbini con la collaborazione del giovane Vezeve al beat box catapultano Carmen Consoli in un universo sintetico (“Monte Crepacuore”), un sound rafforzato all’estremo in “Pronta A Ballare”, una canzone in cui la semplicità è il vero punto cardine.
“Mio Re” è la dedica che la cantante fa al proprio figlio, in punta di piedi, in maniera delicata, contrariamente all’oscurità dei synth che spadroneggiano nella titletrack, piegata in due dal tema della depressione post partum. Da qui Valentina non si fermerà più e toccherà, con la sua discrezione artistica, argomenti duri come l’abbandono (“7 Minuti”) e la voglia di giustizia di Lavinia, una bambina incolpevolmente costretta a giacere in un letto, attaccata ad un macchinario per l’intera esistenza (“Leggera”).
Per trattare simili tematiche in modo efficace ci vuole tanta sensibilità e il coraggio sconfinato che solo una madre possiede.
Valentina Lupi – Madre Non Madre
è un’opera estremamente intima in cui l’interrogativo principe è l’essere o non essere madre
