Sound&Vision

The Darkness @ Alcatraz, Milano

Scritto da Tiziano Papavero

I Love You 5 Times, ma anche otto, nove, dieci volte… Vi amiamo alla follia, per la vostra musica, lo spettacolo meraviglioso, il circo… ci fate sognare, ballare, cantare, sorridere, ci fate stare bene!

Articolo di Tiziano Papavero
Foto di Yamilè Barcelò

Permission To Land compie vent’anni e nel tour dell’anniversario The Darkness scelgono di spegnere le candeline in ben tre località italiane: Roma, Milano e Modena. Il palco dell’Alcatraz, è lo scenario che da anni li vede ospiti e non vedevamo l’ora di festeggiare insieme a loro il grande debutto che li ha consacrato come una delle migliori band glam rock degli anni 2000. Sin dall’inizio la band era già rinomata per i suoi spettacoli dal vivo, ma oltre al successo live, Permission to Land li ha anche permesso di vincere due premi importanti: miglior album rock al Kerrang nel 2003 e Best British Album ai BRIT Awards del 2004.
Special guest dell’attesa serata i SINPLUS, duo originario della Svizzera italiana formato dai fratelli Ivan (chitarra) e Gabriel Broggini (voce), accompagnati da turnisti. Infatti aprono le danze quattro ragazzetti in felpa e tuta viola che più che rappresentare un genere musicale quale l’alternative rock ci pare di stare ad un concerto trap. Appena partono però ogni dubbio si dissipa proponendoci pezzi di ottima manifattura rock con qualche accattivante sfumatura pop ed un evidente richiamo a gruppi di fama internazionale quali gli U2, Billy Idol e The Black Keys. Il loro repertorio colpisce quanto basta per far ballare un pubblico sempre più numeroso venuto per la festa in programma. Gabriel sfoggia una voce ombrosa e profonda che rende la loro performance davvero piacevole. Nonostante la mancanza di pezzi originali la loro è una esibizione notevole, i ragazzetti ci sanno fare con il pubblico che ricambia il loro savoir fare con applausi generosi fino alla fine. Ed ecco che il pezzo finale colpisce con energia e singolarità (se il loro repertorio fosse stato così dall’inizio fino alla fine sarebbero stati strepitosi).
Ora però la pista d’atterraggio è pronta e anche il sistema luminoso di avvicinamento. Luci intermittenti che delineano il palco dell’Alcatraz iniziano a pulsare ed ecco che l’equipaggio vip “tocca” terra e fa il suo ingresso trionfale capitanato dal carismatico Justin Hawkins. Introdotti come sempre da Arrival degli ABBA, a testimonianza peraltro di una vecchia passione dei fratelli Hawkins, suonano in sequenza i primi tre pezzi dell’album ventennale che sono dunque Black Shuck, Get Your Hands Off My Woman e Growing On Me.
Sovrasta la scena lo stravagante Justin, con la sua tutina aderente in pelle bianco e nera un po’ alla Freddy Mercury, travolgendo ogni singolo fan con la sua prestazione vocale impeccabile e la folla sbalordita non può che commentare che sembra quasi di sentire le tracce registrate in studio.
Il frontman parla di Permission To Land come dell’album che ha cambiato le vite di ognuno di noi, quella degli spettatori che cantano a memoria quei pezzi e quella degli stessi membri della band compressa anche quella del batterista Rufus Taylor (che solo dal 2015 è membro ufficiale). “Ed ecco a voi che stasera suoneremo per intero l’album che ci ha cambiato la vita”: le parole di Justin provocano un’ondata di applausi e cori da stadio dinanzi a lui. La festa continua ed è una bella festa!
Quasi a metà, l’assolo di chitarra più amato da Justin e da tutti i presenti: Love Is Only a Feeling. Non solo ostenta un falsetto perfetto, ma niente da dire con la chitarra ci sa fare. Lo vediamo in grandissima forma, si destreggia facendo la verticale sulla postazione della batteria, i salti elevatissimi, i colpi di tacco ai plettri verso la moltitudine che incita più volte a seguirlo in versi che solo lui sa fare. La folla lo segue però, cosi come quando davanti alla telecamera in diretta di Radio Freccia chiede loro di ondeggiare le braccia e saltare a ritmo. Coinvolge tutti, pure un rodie di nome Softy che con la successiva Curse of the Tollund Man, chiama a suonare la chitarra, incitando appositamente un coro per lui. Un’ora e mezza che scorre troppo in fretta e fuori programma uno scalo non previsto: Street Spirit la cover di Radiohead.
Finalmente giunge il pezzo che mi sono tenuto per il video di rito: I Believe In A Thing Called Love, brano per cui Justin Hawkins ha chiesto al pubblico di mollare gli smartphone per saltare e cantare insieme il pezzo più noto e più riuscito di sempre del gruppo. Non lo potevo mollare il cellulare, ho tenuto botta fino a quel momento, ma capite che è stato il loro primo pezzo che ho suonato con il basso nella mia band storica ed essendo la mia prima volta dal vivo non lo potevo mollare il cellulare. Sorry Justin!
Si chiude il sipario, il tempo necessario ma brevissimo per permettere ai musicisti di cambiare abiti e rientrare sul palco presentandosi tutti in vestaglia. “Noi siamo grandi amatori e ci vogliamo tutti bene, l’amore è il nostro inno” Justin ci invita a prenderci per mano, a scambiarci un segno di affetto. Anche loro si scambiano gli strumenti. Daniel alla batteria che suona discretamente, Poullain molla il basso a Rufus, che continua a ridere per nascondere la sua inesperienza con uno strumento a lui non noto, e prende la chitarra acustica e non ultimo ancora Softy, che indossando vestaglia e parrucca si diletta alla tastiera. I Love You 5 Times, ma anche otto, nove, dieci volte… Vi amiamo alla follia, per la vostra musica, lo spettacolo meraviglioso, il circo… ci fate sognare, ballare, cantare, sorridere, ci fate stare bene!
“Ho una bella e una brutta notizia ragazzi! Quale volete per prima?”
nooooooooo!!! Rispondiamo a tono al quesito di Justin.
“Vi do prima la brutta notizia; la canzone che segue sarà l’ultima canzone di stasera… La bella notizia è che sarà una canzone lunghissimaaaaaaaa!”.
Lo stesso Softy porta Justin Hawkins sulle spalle durante il lungo solo di chitarra della conclusiva Love On The Rocks With No Ice (altro momento abituale nei loro live). Ed è lì in mezzo ai suoi fans che raccoglie i consueti reggiseni che poi indosserà sul palco scegliendo la taglia perfetta per lui.
Ricoperti da infiniti applausi per il magnifico show sotto ogni aspetto, i THE DARKNESS si congedano salutando i fan in visibilio ed è così che dopo una memorabile celebrazione del loro debut album la festa giunge a termine.

Scaletta concerto:
1. Black Shuck
2. Get Your Hands Off My Woman
3. Growing on Me
4. The Best of Me
5. Makin’ Out
6. Givin’ Up
7. Love Is Only a Feeling
8. Curse of the Tollund Man
9. Stuck in a Rut
10. How Dare You Call This Love?
11. Street Spirit (Fade Out) (Radiohead cover)
12. Holding My Own
13. Friday Night
14. I Believe in a Thing Called Love
Bis:
15. I Love You 5 Times
16. Love on the Rocks With No Ice

https://www.facebook.com/VertigoHardSounds

https://www.facebook.com/Sinplus

https://www.facebook.com/thedarknessofficial

https://www.facebook.com/alcatrazmilano

link alle foto dell’evento dalla pagina ufficiale

About the author

Tiziano Papavero

Tizzo è nato a Varese nel 1983. Fan accanito sin da bambino dei Kiss. Bassista presso la band horrorshockrock The Killerfreaks in attività da 20 anni. Amante della musica metal e glam rock. Appassionato di Harley Davidson, tatuaggi e film horror.

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