C’era una volta il Nu Metal, un movimento nato negli anni 90 ed esploso un decennio dopo grazie a band come Korn, Deftones e Limp Bizkit. Probabilmente la miriade di imitatori dei gruppi cardine portò al declino di questo sottogenere. Nel periodo più rigoglioso in molti erano disposti a salire sul carrozzone dei vincitori, non sapendo che in breve tempo sarebbero stati ridotti allo status di meteore della scena musicale. I presunti padri fondatori hanno continuato a seguire il trend, con risultati traballanti, mentre le nuove leve hanno preferito raschiare il fondo del barile, aderendo al panorama Metalcore.
Poi ci sono i Tetrarch da Atlanta, Georgia. Il loro ultimo disco, Unstable, è puro Nu Metal. “I’m Not Right” ci fa respirare a pieni polmoni un’aria nostalgica facendoci tornare indietro di vent’anni. “Negative Noise” risponde al richiamo ferale delle atmosfere cyberpunk a cui ci avevano abituati i Fear Factory nell’imprescindibile Demanufacture. La chitarra corazzata della talentuosa Diamond Rowe ha un perseverante atteggiamento bellicoso e nella titletrack fa partire mazzate a destra e a manca.
“You Never Listen”, primo singolo estratto dall’album, manda in crash la catena di montaggio con una struttura melodica governata dalla voce abrasiva di Josh Fore. La seguente “Sick Of You” continua il discorso, piazzando anche un assolo conturbante di una Rowe in stato di grazia.
“Take A Look Inside” sbalordisce per il drumming funambolico operato da Ruben Limas, che finora si era limitato a svolgere il compitino. “Stitch Me Up” rimarca come tra le stelle polari ispiratrici del gruppo ci siano anche i Linkin Park e i Taproot, con le loro aperture ariose, specie sotto l’aspetto vocale.
“Pushed Down” assume i contorni della sinfonia per un’apocalisse, infettando la tradizione heavy metal con quella hardcore.
Unstable è il compagno di scuola belloccio che ai giorni nostri si ostina ad indossare pantaloni a zampa e camicie a fiori. Segue la moda quando è obsoleta. E lo fa con uno stile invidiabile.
Tetrarch – Unstable
