Recensioni

Queens of Metal

Scritto da Marco Sampietro

Le ugole Pinko-Black di ferro, voci che planano su melodie riccamente gotiche e su riff devastanti

In questo mondo fatto di “A(i)uto -Tune” e di “Fake Voice Generator”, ringraziando il (Ronnie James) DIO del Rock, qualcuno si salva, più di qualcuno direi… Tutti possono cantare, poiché la voce è uno strumento e se ben educata attraverso le varie tecniche di respirazione diaframmatica, esercitando i muscoli della gola e quant’altro, l’abilità del canto può essere affinata e resa gradevole anche se non si è nati con l’ugola d’oro. Le dinamiche del suono possono essere di certo soggettive e come detto migliorabili, ma è innegabile il fatto che alcune voci fanno la differenza a prescindere.
Vere e proprie forze vocali che scuotono i pilastri della terra, fanno scoppiare cristalli e che generano emozioni in chi li ascolta a dir poco paradisiache. Uno dei generi musicali più ricco di queste potenti voci è il Metal con le sue tante sottocategorie e che ha sfornato e continua a farlo, artisti di livello oserei dire ultraterreno e in questo caso rosa, molto rosa…
Non più terreno calpestabile prettamente da uomini, le voci femminili del metal oggi imprimono il loro personalissimo marchio pinko-black in un genere spesso considerato troppo di nicchia.

S. Bollmann, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Le loro voci planano su melodie riccamente gotiche e su riff devastanti, in alcuni casi portando sul palcoscenico toni puramente operistici come fanno alcuni gruppi symphonic-metal come gli Epica e la loro vocalist Simone Simons, che con la sua estensione di tre ottave riesce a combinare toni morbidi e malleabili con una voce corposa e potente; come non citare anche l’eccezionale Tarja Turunen, la cantante finlandese membro fondatore dei Nightwish e pilastro della scena metal mondiale, che con la sua padronanza vocale e l’energia che trasmette al pubblico, diventa maestosa nell’interpretazione della cover di The Phantom of the Opera all’ Hartwall Arena di Helsinki, nell’Ottobre del 2005, un live da rivedere in loop.

Andreas Lawen, Fotandi, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

Con l’olandese Sharon Janny den Ade, nota anche come My Indigo, frontwoman del gruppo symphonic metal Within Temptation, abbiamo l’esempio del talento puro e della passione incontrastata verso il canto e questo genere di musica, poiché da autodidatta, con il suo registro vocale da soprano leggero è riuscita a mantenere alto il livello di questa band leggendaria per ben 25 anni.
E tra le sonorità oscure e malinconiche del gothic metal vediamo farsi largo l’azzurro degli occhi di Amy Lee, compositrice e polistrumentista statunitense, cofondatrice e frontwoman degli Evanescence. Da “Bring Me To Life” all’accattivante “My Immortal”, è universalmente apprezzata per le sue capacità canore non solo in ambito rock e metal ma anche per quanto riguarda la musica classica, Amy Lee è una mezzasoprano che con la sua voce angelica e allo stesso tempo inquietante per certi versi ha messo d’accordo tutto il sistema musicale tradizionale e anche di più.
Fortunatamente anche in casa nostra abbiamo una degna rappresentante del genere, con l’affascinante voce di Cristina Scabbia, cantante (insieme ad Andrea Ferro) del gruppo heavy metal dei Lacuna Coil, anche “l’italo woman metal” può dire la sua.

© Markus Felix | PushingPixels (contact me), CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Insieme all’intramontabile band, la frontwoman ci regala note puramente gotiche per poi assumere caratteristiche tipiche dell’alternative metal, ma la sua intensa voce con i suoi vocalizzi senza macchia, come nel loro classico “Our Truth”, fanno di Cristina una delle migliori esponenti del metal femminile mondiale.
Ma, se si vuole letteralmente impazzire nel comprendere come si possa passare da suoni così profondamente gutturali da sfondare i timpani ad angeliche e fluide intonazioni che mandano in paradiso senza colpo ferire, allora dobbiamo certamente chiederlo a Tatiana Shmayluk, cantante dei Jinjer, gruppo di Donetsk. Nota per le sue capacità canore (sia in pulito che in growl) grazie alla Shmayluk, i Jinjer scalano velocemente le classifiche del metal; anche lei autodidatta, dichiarò che: ”il modo migliore per imparare a urlare e ringhiare come i cantanti heavy metal che ascoltava a 15 anni era in uno studio; con altri musicisti o in un cuscino quando la temperatura scendeva sotto lo zero”… 
Ricordiamo ancora, Heidi Shepherd e Carla Harvey dei Butcher Babies, Cammie Gilbert degli Oceans of Slumber, la danese Amalie Bruun con il suo progetto black metal solista Myrkur e tante altre ancora…
E in Giappone?
Dal Sol Levante ci arriva invece Suzuka Nakamoto idol giapponese, cantante e frontwoman del gruppo musicale Babymetal, che unisce il J-pop (ne parleremo…) con l’heavy metal, recentemente sono anche state in concerto dalle nostre parti.
Ma personalmente adoro il timbro vocale di Kuroneko (Akiko Kunimoto) vocalist degli Onmyo-Za, gruppo heavy metal di Osaka, a cui piace ispirarsi al folklore giapponese ed alle leggende dell’antica mitologia nipponica. I membri della band usano nomi d’arte e vestono dei tradizionali kimono durante le esibizioni live, ma a fare la differenza è proprio Akiko, ascoltatela…
Detto ciò, cari uomini: “Scream for the Queens of Metal”!

 Credits foto di copertina:Amy Lee di   

 

 

 

About the author

Marco Sampietro

Sono il samurai partenopeo, figlio degli anni ’80. Scrivo, racconto e imparo senza mai sentirmi “arrivato”, altrimenti sarei già carne morta. Pubblicista, autore e…giurista, sempre aperto al confronto. Appassionato amante del paese del Sol Levante, dove il futuro esiste poiché legato e mai lontano dal suo misterioso passato. Ascolto musica H24, curiosando nei suoi meandri, attraversandola in tutti i sensi, perfetta compagna di scrittura insieme al profumo di incenso di hinoki e una tazza di buon matcha, ampiamente sostituibile con una sacra birra. Sono ciò che sono come ognuno di voi, complesso ed unico. Oso per la conoscenza di ciò che spesso non si nota, adoro la libertà di pensiero.

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