Il Blues è sicuramente il genere musicale che più di tutti ha influenzato la musica moderna. Agli inizi degli anni 60 molti artisti hanno subito il fascino delle dodici battute. Band come Rolling Stones, Led Zeppelin e il compianto J.Mayall con i suoi Bluesbreakers, sono stati tra i più importanti traghettatori del Blues nella loro musica.
Una presenza che ha fatto sempre capolino nei solchi dei loro dischi. Tracce scolpite nel cloruro di polivinile,che per molti sono state la spinta inarrestabile per avvicinarsi alla musica del Diavolo. Musicisti che hanno le idee chiare, suonano con una grande passione e continuano ad andare avanti con coraggio. Come ho scritto nella mia precedente recensione le novità di questa calda estate, che da poco ci ha lasciati, sono state molte.
Nuove produzioni,interviste, partecipazioni ad eventi e concerti. Ed è proprio di un concerto al Rocca Blues Festival, organizzato da Radio Roccella,che vi racconterò.
Grazie all’organizzazione perfetta della Radio, sono state tre serate dove il Blues è stato rivisto in tutte le sue sfaccettature. Ha coronare e chiudere alla grande, la sera del 04.08.24 è stata la volta della Riccardo Grosso Blues Band. Riccardo è un musicista che ha dedicato anima e corpo allo studio dell’armonica. La sua è stata una scelta di vita che lo ha portato a New Orleans, la città giusta per mettere le basi e cominciare il grande viaggio. La Big Easy non tradisce mai, i locali di Bourbon Streat sono veri templi della musica live. Una esperienza che gli ha dato molto artisticamente,ma anche la forza e il coraggio di rientrare in Italia e mettere in piedi una sua Band. Flavio Paludetti alla chitarra, Massimo Fantinelli al basso e Giorgio Gebhard alla batteria.
Tre musicisti con singole carriere che li hanno visti protagonisti in giro per il Mondo con artisti dal grande blasone. Manovalanza (senza offesa) vera. Motore trainante, tipo usato sicuro, che non ti lascia mai in panne ,mentre Riccardo con il suo soffio sincopato fa vibrare le ance della sua armonica. Polmoni e cuore una combinazione dalle forti emozioni.
Un concerto che regala al pubblico un blues maturo e onesto che si allontana anni luce da certi clichè triti e ritriti, già dalla primo brano. La passione e il divertimento di suonare insieme, sprigionano una energia inesauribile.
A parte alcuni brani originali che faranno parte del loro quinto lavoro, che uscirà nei prossimi mesi, non mancano i classici tradizionali e quelli della West Side di Chicago. Con le sue armoniche,sparse tra le tasche del gilet e quelle dei pantaloni, Riccardo Grosso è un fiume in piena. Alta scuola dalle chiare influenze provenienti da alcuni dei suoi maestri come Sonny Boy Williamson e Paul Butterfield. Chapeau. Un concerto che non ha tradito le aspettative di molti.
Una esibizione gagliarda per mezzo della quale Riccardo e la sua Band hanno lanciato un messaggio chiaro per non venire meno all’impegno preso con se stessi e gli altri: continuare a suonare il Blues. Nuovi figli della musica del Diavolo nascono e crescono.