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Terrence Malick – La sottile linea rossa

Scritto da Liceo Tasso

di Alessandro Cedola

Guardando questo film, un qualsiasi spettatore si aspetta di ottenere la risposta a questa domanda “Che cos’è la guerra?”.
La voce di uomini stanchi, che avanzano in un panorama cinematografico costellato di immagini, paesaggi, volti, dialoghi e rumori che per la durata del film lasciano quasi estasiato e ipnotizzato lo spettatore. Una guerra è la frustrazione di un generale che vuole a tutti i costi esser ricordato per le sue imprese dopo una vita spesa ad ammirare quelle altrui, e a un colonnello troppo umano per essere un ufficiale. Una guerra sono i soldati non intesi come persone ma come corpi da lanciare uno contro l’altro per conquistare nient’altro che una collina. Una guerra è l’intesa di sguardi e il compatimento misto al rimorso di comparse di uno spettacolo su un vastissimo palcoscenico. La rigorosità nei volti e la naturalezza di alcuni atteggiamenti trasmettono umanità e quindi paura nello spettatore, che piuttosto che essere impressionato da grandi esplosioni e scene eccessivamente violente, viene immobilizzato nell’immedesimarsi nei personaggi.
In una non troppo coinvolgente storia di guerra, Terrence Malick inserisce l’animo dell’essere umano e decide di mostrare piuttosto che dimostrare qualcosa. La cura nei dettagli, nelle riprese eccezionali, e in una impeccabile fotografia, rende questa pellicola un’opera d’arte assoluta, che spiazza qualunque essere umano in grado di provare sentimenti.
Un elemento curioso ed emblematico del lavoro di Malick è la scelta del cast. È interessante notare come alcune stelle di Hollywood siano inserite nel film con ruoli minori, quasi come comparse: John Travolta partecipa per una scena, George Clooney recita un solo monologo. Questa scelta è forse data dalla necessità di ottenere la perfezione, e di far combaciare perfettamente le figure che il regista ha in testa in fase di realizzazione, con l’effettivo risultato cinematografico. Inoltre fa ragionare su come spesso i grandi uomini, conosciuti e acclamati da tutti, hanno ruoli minori all’interno di una guerra o comunque la soffrono di meno, esattamente come le star del film, impiegate per poche scene ma che spiccano nella lista del cast. E poi, in questa estasi cinematografica completa, si inserisce il volto emblematico di un non criticabile Sean Penn, che esprime emozioni forti e coinvolge ancora di più lo spettatore.
Questo film difatti non risponde alla domanda “Che cos’è la guerra” ma crea qualcosa di trascendentale che fa dimenticare il quesito posto all’inizio della visione.

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