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Storia di un presidente che si credeva un topo di Giuseppe Tecce

Scritto da Red

Le ansie e le paure nate in pandemia nel romanzo di Giuseppe Tecce

Per la prima volta, dopo un diario di viaggio e due sillogi poetiche, Giuseppe Tecce ci presenta un’opera narrativa: “Storia di un presidente che si credeva un topo”, edito da Scatole Parlanti. Al centro della sua narrazione c’è l’attualità e tutto ciò che la popolazione mondiale ha dovuto affrontare negli ultimi anni, ovvero la pandemia da Sars-Cov2. In questo romanzo, l’autore beneventano racconta, attraverso il protagonista Andrea, le vicissitudini che hanno accomunato l’intero genere umano. Andrea è il presidente di una cooperativa sociale, l’unico elemento che lo accomuna con il suo ideatore. Giuseppe Tecce è, infatti, presidente di una cooperativa sociale di Benevento che si occupa di servizi dedicati a persone svantaggiate ed emarginate.
Andrea ha una famiglia normale, ma un difetto: è ipocondriaco. “È incredibile, contagi da capogiro, un numero di morti che equivale a quello dei bombardamenti di una guerra, e ancora c’è chi si arroga il diritto di girovagare con naso e bocca scoperti, decidendo, di fatto, della vita o della morte di altre persone. Sono ipocondriaco, lo so, ma questo non lo posso tollerare, e gli montò dentro una rabbia, come quella provata da umano dinanzi alle ingiustizie sociali”, dice Andrea ad un certo punto.
Questa caratteristica, dovuta ad una fragilità personale, porta Andrea a vivere in maniera rigida, quasi maniacale, il lockdown, anche oltre ciò che viene raccomandato dalle autorità. Uno studio sul vaccino gli restituisce la speranza di un veloce ritorno alla normalità e lo porta a pensare a come sarebbe la sua vita se fosse una di quelle cavie di laboratorio. Ed è qui che accade l’impensabile: Andrea, una mattina, si sveglia topo ed inizia a vedere la questione da un altro punto di vista e le conclusioni a cui giungerà inducono nel lettore una riflessione profonda su quanto accaduto e su come ognuno lo ha vissuto. Il finale di questa storia lascia l’amaro in bocca e a qualcuno potrebbe far storcere il naso, ma Tecce ci regala una narrazione coerente e che, forse, vuole provocare il lettore, offrendogli l’opportunità di vedere le cose sotto altri aspetti, che non necessariamente sono quelli omologanti.

Casa editrice: Scatole Parlanti
Collana: Voci
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 118
Prezzo: 14,00 €

Contatti
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