Il 25 maggio si è tenuto un evento più unico che raro al Politeama di Tolentino (MC): il teatro ha infatti ospitato una data del tour europeo del power trio composto dal polistrumentista australiano J.P. Shilo, dal batterista Steve Shelley dei seminali Sonic Youth e dalla cantante berlinese Mika Bajinski del gruppo sperimentale Sometimes With Others.
Finito il concerto mi sono avvicinato con un timore reverenziale d’altri tempi al drummer, chiedendogli se fosse disponibile per scambiare due parole. Sorridendo mi ha risposto: “Sure!” Da lì ho improvvisato una serie di domande.
Come e quando è iniziato questo sodalizio con J.P. Shilo e Mika Bajinski?
Nel 1999 andai in Australia in tour con i Sonic Youth e durante un serata libera da impegni siamo andati a vedere Rowland S. Howard dei Birthday Party che suonava vicino all’hotel dove alloggiavamo. Lui è un chitarrista favoloso oltre che un grande amico. Arrivati sul posto, sul palco si stavano esibendo gli Hungry Ghosts che non conoscevamo. Siamo rimasti tutti allibiti. Così conobbi J.P., il quale venne a New York a registrare Alone, Alone secondo album della sua band, nel quale ho suonato anch’io. Mika invece l’ho conosciuta proprio in questo tour.
Con i Sonic Youth sei stato praticamente tra i padri fondatori del noise e, se vogliamo, anche del grunge: che ricordi hai di quei tempi? Come è cambiata la musica in questi anni?
Questa è davvero una domanda importante, che merita una risposta adeguata. E’ cambiato tutto. Negli anni ottanta eravamo parte attiva dell’underground, cercavamo di suonare ovunque. E’ impossibile descrivere quello che provavamo, concordo tuttavia con te che tante cose sono mutate.
Qual è il tuo rapporto con l’Italia?
Io adoro venire qui. Amo il clima che si respira, ma non intendo il meteo. Piuttosto mi riferisco all’energia del pubblico. Mi piace anche viaggiare da costa a costa, andare al sud, raggiungere la Sicilia. So che tutto questo attira tantissimi miei colleghi americani.
Che musica stai ascoltando in questo periodo? C’è qualche artista che ti senti di segnalare ai nostri lettori?
Ultimamente sto ascoltando un cantante folk dell’Alabama. Il suo nome è Abe Partridge, scrive delle canzoni veramente fighe ed insolite.
Progetti futuri, a patto che tu li possa rivelare?
Con J.P. e Mika faremo altri show in Italia e poi voleremo in Norvegia. Una volta tornato a San Francisco suonerò in uno spettacolo dedicato a Skip Spence. Il mio amico Ethan Miller degli Heron Oblivion ha messo su un concerto tributo a questo artista e al suo album Oar. Skip era in una band chiamata Moby Grape. Ha avuto una vita travagliata e dalle sue esperienze personali è nato il suo primo disco solista definito come un manifesto per gli outsiders, del quale si occupò totalmente lui, sia della parte vocale che di quella strumentale. Fatto ciò andrò a Calgary per suonare con Malcolm Mooney, il primo cantante dei Can.
Tempo fa, quasi per caso, ebbi tra le mani un documentario in VHS di un tour che faceste voi dei Sonic Youth insieme ai Nirvana: ci tengo tanto a chiederti cosa ricordi di Kurt Cobain?
Con i Nirvana abbiamo fatto tante date insieme, tutti show bellissimi. Kurt sul palco era grande, riusciva ad essere cool anche quando le cose non stavano andando nel verso giusto. Aveva un carisma infinito. Mi manca ancora tanto.
Steve Shelley: https://www.facebook.com/profile.php?id=100063696754623
Mount Echo’: https://www.facebook.com/mountecho.2019
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