Interviste

Stefano Gargiulo, Intervista

Scritto da Annalisa Nicastro

Dovete sapere che dove è possibile nei miei brani orchestrali inserisco una firma, una semplice scala melodica classica napoletana, che mi identifica come cittadino partenopeo

Stefano Gargiulo ci racconta la nascita del suo album Netherworld, colonna sonora per un videogames dall’omonimo titolo della casa Footprintgame. Ma non solo. Come in un sogno,arriva la vittoria al prestigioso festival della musica dei Los Angeles Music Awards ottenendo il premio “Best Instrumental Album of the Year”. Leggete direttamente le sue parole sulle sue esperienze.

Hai cominciato a suonare da autodidatta, a chi ti sei ispirato?
Danny Elfman, il compositore che lavora a braccetto con Tim Burton. Adoro la sua
musicalità, il modo in cui ricrea con le note una dimensione surreale. Ma ci sono altri
compositori a cui mi ispiro, come John Williams, Morricone. Senza mai trascurare i
veri geni della musica, Mozart, Vivaldi, Bach.

Quando hai deciso di fare il compositore?
3 anni fa, 31 gennaio 2012 Andos, Torino. Spettacolo “La Crisalide e la Farfalla”.
Qualche mese prima (ottobre 2011) fui contattato da Agostino (mio ex capo-villaggio)
da parte di Maddalena (un ospite che conoscemmo quell’estate). Mi chiesero se ero capace di scrivere un intero spettacolo orchestrale. Mai, fino a quel momento avevo pensato di fare una cosa del genere. Provenivo dal Grunce, Rock, Prog-Metal, Folk. Ma sentivo che sarebbe stato il mio primo passo verso ciò che ho sempre solo immaginato. Accettai senza esitare. Tutto andò per il verso giusto.

E’ appena uscito Netherworld, ci puoi dire come nasce questa colonna
sonora?

Beh! Netherworld nasce in contemporanea ad un paio “DI FATTI” [ahahah!]. La
Footprintgame, una Software House indipendente, mi chiese di scrivere una colonna
sonora per il videogame “Netherworld” dai tratti molto Tim Burtoniani (disegni completamente fatti a mano) così come da destino, pensai subito al giusto mood,
onirico, surreale. Scrissi la prima traccia dall’omonimo titolo “Netherworld” fu subito accettata. Nel frattempo con il brano Lilith’s Song (dedicato alla mia compagna Myriam) partecipo ai LA Music Awards.
Faccio ascoltare questo brano ai ragazzi della Footprintgame, i quali rimangono folgorati e mi chiedono di inserirla nel gioco, in contemporanea arriva la Nomination ai Music Awards, ma avendo partecipato alla categoria “Album Strumentale” dovevo scrivere (quindi inviare) più di un brano. Così colsi la palla al balzo, mentre scrivevo le OST per i ragazzi, spedivo anche i brani ad Hollywood. Morale della favola? Due piccioni con una fava. Così nasce
la colonna sonora ed il cd Netherworld, ed un biglietto per Los Angeles insieme al mio migliore amico Salvatore.
N.d.r. il gioco uscirà a fine 2015 inizio 2016.

Hai vinto con questo album ai Los Angeles Music Awards il premio “Best Instrumental Album of the Year”, raccontaci questa emozione che hai vissuto
Come ho spesso detto, ci sono emozioni che non possono essere raccontate con le parole, ma devono essere vissute. Come dire ad una persona che non conosce l’amore cosa sia. Posso dire semplicemente che dal momento in cui pronunciarono il mio nome, tutto fu così veloce, mi ritrovai già seduto con il premio in mano scioccato. Si è talmente impacciati, intimiditi, felici, TRA LE NUVOLE, che non vivi a pieno quella sensazione meritevole, ma solo dopo ti rendi di cosa hai fatto. Ero lì ad Hollywood patria del cinema americano. Come vincitore, ma sopratutto come napoletano.

Sei molto attaccato alla tua città di origine, Napoli. Cosa ti ha dato musicalmente parlando questa città?
Stiamo parlando di Napoli? La città dell’arte per eccellenza!! Musicalmente ho vissuto i
musicisti come Eugenio Bennato, Avitabile, Nccp, Peppe Barra, Pino Daniele. Vivo
appieno l’arte che questa città ogni giorno tra mille problemi sforna. Napoli mi ha dato
e spero mi darà ancora tanto. Dovete sapere che dove è possibile nei miei brani
orchestrali inserisco una firma, una semplice scala melodica classica napoletana, che mi
identifica come cittadino partenopeo.

Annalisa Nicastro

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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