Basta avere tempo a disposizione e una strada lunga di notte dove correre. Basta avere luce di led industriale. Basta avere il fegato di sfidare il tempo e del suo “continuo”.
Si intitola “2014” il nuovo (primo) disco di Moonerkey, nome d’arte che vuol raccontare il progetto cantautoralmente rock proveniente dalla Roma eterna. Nove tracce arroganti, arrugginite di ferro che stridula, canzoni dal carattere forte che a tratti mi ricorda uno dei più incazzati Grignani. Che poi si passa tra incedere ed energia ad intimismi forse troppo sofferti per mantenere calmi i toni, almeno dell’apparenza, dove la voce tradisce ansia e irrequietezza.
“La Pelle” è il singolo di lancio e in onda sulla rete troviamo il video ufficiale. Una sensualissima danzatrice dai tratti orientali che pian piano “cambia pelle”. Un disco di passaggio a cui però forse manca ancora carattere e tradisce, forse, quella “confusione” di chi deve ancora capire chi e cosa vuol diventare. Si smarrisce il filo conduttore seguendo la tracklist del lavoro quasi a creder che siano dischi diversi, passando dalla traccia 6 – “Ciò che non avrai” dai sapori jazzati e fumosi noir alla traccia successiva “Il mio tribunale” dove c’è un “power metal” troppo italico ma ferroso quanto basta per credersi americano…e per non bastare, alla traccia successiva, appunto il singolo “La Pelle” si cambia totalmente scenario tornando in Italia a pieno titolo, tra le braccia della classica musica pop a cui siamo sempre abituati.
E forse, smarrire l’orientamento, è un punto di forza o un obiettivo (raggiunto) da Moonerkey. Ci piace lasciare aperte le possibilità, e che ognuno ne tragga il suo personalissimo orizzonte da inseguire. Play Loud.