“Esistere” (Lilith Label, 2021) è l’esordio della cantautrice ferrarese Serena Diodati; un lavoro semiacustico, che sembra porsi a valle di una certosina ricerca sperimentale.
A stupire è la forte coesione d’insieme dell’album, contrassegnato da un sound peculiare nel quale confluiscono umori brasiliani, folk tradizionale, classicismo e incursioni elettroniche.
Sull’intelaiatura di chitarra acustica, dalla resa intenzionalmente atipica, si innestano di volta in volta sintetizzatore, violoncello, pianoforte, drum machine, chitarra elettrica e percussioni povere, al servizio di una prosa letteraria ed evocativa, punteggiata di felici lampi creativi. (sulla schiena una serpe, sulle labbra una colpa (…) una sera per giacca, una bestemmia per bocca)
Il voluto minimalismo degli arrangiamenti enfatizza una vocalità elegante e misurata, che trasuda una speciale grazia, probabilmente figlia della frequentazione della cantautrice con la musica sacra tardo rinascimentale e barocca.
Nel complesso, un distillato di spleen e liquidi cromatismi sonori, da sorbire d’un fiato.
Serena Diodati- Esistere
Un distillato di spleen e liquidi cromatismi sonori, da sorbire d’un fiato