Pietro, quando hai deciso di formare il progetto Sequen_ce?
Pochi mesi prima dell’uscita dell’EP. Avevo deciso di entrare in studio da solo per registrare questi quattro pezzi. Mi piaceva l’idea di poter curare io stesso ogni singolo aspetto del lavoro: dalla stesura iniziale dei pezzi, fino al mix, alla foto di copertina.
Da pochi giorni è uscito appunto il tuo ep “Some Evil”, che accoglienza sta avendo?
Abbastanza positiva, considerato anche che non ho né un ufficio stampa, né un’etichetta che mi aiutino a promuoverlo. Lo stanno ascoltando e scaricando in molti e sta piacendo. Diverse webzine si sono dette interessate a recensirlo e già sta avendo qualche passaggio in radio.
Hai scritto anche tutti i testi dell’ Ep, come nasce una tua canzone?
Dipende. Alcuni pezzi nascono da un’idea armonica o melodica. Altre volte, invece, costruisco il pezzo a partire dalla sezione ritmica, dalla parte di batteria. Per quanto riguarda questo EP, la fase del lavoro in cui ho perso più tempo è stato lo sviluppo delle strutture dei brani. Ho cercato di costruire i pezzi in modo da valorizzare al massimo le linee melodiche, pur cercando di staccarmi dal classico canone “strofa-ritornello”.
Anche i testi hanno come primo obbiettivo quello di valorizzare la melodia. Mi sono accorto di come una melodia possa suonare in maniera completamente diversa, anche solo cambiando il suono di alcune parole.
Dal punto di vista musicale, quali artisti ti hanno ispirato di più?
Difficile rispondere. Credo che nel processo creativo confluiscano un gigantesco insieme di influenze diverse, molte volte in maniera inconscia.
Posso nominare alcuni dei dischi che ho ascoltato di più nel periodo della scrittura e della registrazione dell’EP. Sicuramente i due album di Bon Iver, “Cerulean” di Baths, “Weather” di Meshell Ndegeocello, “Fight for your mind” di Ben Harper, “High Violet” dei National. Ultimamente mi sono piaciuti molto anche I Quartieri.
Tuttavia, non so dire quanto queste influenze siano riscontrabili nell’EP.
Cosa pensi sia necessario cambiare nella scena musicale italiana?
Credo che in Italia escano ogni anno dischi molto belli. E’ pieno di artisti che meriterebbero molta più visibilità di quella che hanno. Credo, però, che il problema sia che, per quello che riguarda la musica “indipendente”, vi siano più artisti che pubblico. Nel senso che l’ascoltatore si trova a doversi orientare da solo in una marea di prodotti, in cui anche i più validi vengono inglobati da tutto il resto. Ci sono anche una quantità incommensurabile di etichette indipendenti, di webzine, webradio. Credo che la soluzione a questo potrebbe essere “unire le forze”, cercando di creare pochi, ma validi, canali che possano dare visibilità a chi merita e che possano essere da punto di riferimento per il pubblico. La potenza di internet permetterebbe di fare questo, anche grazie alla possibilità di rendere libera la diffusione della musica.
Free download dell’album: http://sequen-ce.bandcamp.com/
Annalisa Nicastro