Cosi chiude il concerto Ricky Portera, abbracciando Elisa Pisetta bravissima chitarrista, morbida nel tocco delle corde, con gli sguardi al cielo come fosse un richiamo d’aiuto per non cadere nella rete di tutti i giorni, una rete che stringe forte e fascia la bocca di tutti noi. Ho trovato un Ricky umano, contrariamente all’aspetto del vero rocker, tutto tatuato e con il chiodo rigorosamente nero.
Ricky Portera debutta nel panorama musicale locale nel luglio 1969, quando entra nei Club72, un gruppo di Castelfranco Emilia. Una formazione con cui si fa le ossa per poi essere riconosciuto da alcuni importanti nomi dell’ambiente dell’epoca. La grande svolta della sua carriera, però, arriva qualche anno dopo, quando fonda con Gaetano Curreri gli Stadio. Rimarrà nella band non molto a lungo, ma sarà decisivo per il successo nei primi anni, sia alla chitarra sia alla voce in brani come Un fiore per Hal. Ricky si è veramente commosso quando ha parlato di Lucio Dalla, il quale scrisse e gli dedicò il brano Grande figlio di puttana, che divenne, nel 1982, il primo grande successo degli Stadio.
Varie sono le collaborazioni di Ricky, da Nek a Samuele Bersani, passando poi per San Remo nel 1996. Nel bel mezzo del concerto si racconta. In un’intervista a Rolling Stones, spiega che l’incontro con quell’universo è avvenuto quando aveva quattro anni: “Avevo il desiderio di suonare la batteria, m’ispirava quello strumento. … Una sera i miei andarono a ballare a Vignola, regno delle ciliegie, e c’era una band con la batteria vera. Sono impazzito!”. Insistetti con mia madre – aggiunge – per chiedere al batterista di farmela provare e incredibilmente, dopo averci provato, portai un tempo. Tanto che il batterista chiese a mia madre: ”Ma studia?”. Non avevo mai preso lezioni, così la mamma chiamò un insegnante di sax, che fortunatamente dopo tre lezioni non venne più, e qualche tempo dopo, con i miei cugini, andai a studiare canto. Dopo un anno sempre mia madre mi disse: ”Impara a suonare anche la chitarra, così quando torniamo a Messina in spiaggia, puoi suonarla”.
Questo è Ricky Portera, oltre che essere un vero rocker, è un musicista che sa comunicare con la gente. Vorrei rilevare due cose: Stefano Cappa, un bassista di una precisione e continuità rarissima, e Paolo Rubboli alla batteria. Mai visto un batterista così giovane in Italia.
Ricky Portera al Giaz di Castel San Pietro
(Bo) 13 7 2023
Ricky Portera
Stefano Cappa al basso
Paolo Rubboli alla batteria
Elisa Pisetta chitarra