E’ un universo empirico quello descritto dagli oodal, quartetto fiorentino giunto al loro album d’esordio intitolato Due Punti, uscito il 17 marzo per Santeria Records. La produzione è stata affidata ad Andrea Ciacchini, già noto per i suoi lavori con Motta, Blonde Redhead e Zen Circus.
La seducente “Noia” è un vortice di passione ben calibrato che ci proietta nella mente l’immagine di una Levante che si diverte a giocare tra campionatori e synth.
“Vicino” spazia all’interno delle mille venature sognanti persistenti nel sound della band, mentre “Chiodo” mette in luce un lato più strettamente indie rock, allontanando ogni forma di eccessiva prevedibilità.
Con “Ansia” ci si torna a rilassare, accarezzati dagli arpeggi della chitarra di Antonio Bacchi, una vera risorsa inesauribile per il gruppo, da cui attecchire e prendere linfa.
Le doti vocali di Gaia Burgalassi sanno sempre esprimersi con mestiere sia in ambiti puramente dream pop (“Frigo”) sia in versanti al confine con la musica leggera (“Domenica”), ornando con un sole splendente anche un cielo plumbeo che minaccia pioggia. Credo infatti che la capacità di generare saliscendi emotivi a loro piacimento sia la costante che rimane dentro a chi ascolta gli oodal. La loro musica dà la sensazione di una fame insaziabile, avvolti da suggestioni svenevoli di cui non si ha mai abbastanza.
oodal – Due Punti
La capacità di generare saliscendi emotivi a loro piacimento è la costante che rimane dentro a chi ascolta gli oodal