Se il primo giudizio fosse sentenza insindacabile e definitiva circa il percorso artistico di qualsiasi individuo, lo show di freestyle made in MTV “Spit” avrebbe già calato la mannaia su Nitro, facendone il più classico degli eterni secondi. Fortuna vuole che il giovane rapper vicentino sia uno dei tanti casi che hanno dimostrato quanto il primo giudizio sia, in qualsiasi ambito della vita, di poco valore. E Danger, il suo primo progetto solista, ne ridicolizza il già relativo quanto opinabile peso dall’alto della sua pregevolissima fattura.
La ritmicamente altalenante opening “0” altro non fa se non schernire il valore dell’essere primi (“vivo sempre nell’inferno dell’eterno secondo/ma quando rappo fermo il tempo e divento un secondo eterno”), capovolgendo la consuetudine del pezzo rap dedito all’autocelebrazione, grazie anche agli scratch e alle riesumate barre di Jake La Furia, Neffa, Egreen e Fabri Fibra che già in passato avevano abbracciato il filone tematico dell’ego trippin’ all’incontrario.
“Back Again”, prodotta dal monumento Dj Shocca, è intrisa di elementi old school che ben s’amalgamano con la voce raschiata e aggressiva di Nitro, rabbioso ma autoironico, pronto a scagliarsi su colleghi, rivali e scettici, sempre attento allo sfruttare la strumentale come spazio per lo showcase lirico.
La nota più positiva dell’album è tuttavia il suo essere bidirezionale. Pezzi come la title track e “Mr. Anderson” sono più fedeli al suono della Machete, colmi di elementi elettronici, dubstep e generalmente uptempo, mentre altre guardano a modelli più tradizionali, trovando paradossalmente nell’usato sicuro l’elemento di maggiore novità del disco stesso.
“Without You” e “Margot” appartengono a quest’ultima categoria. La prima è semplice ma bilanciata, con archi, piano e basso lenti e scorrevoli che formano il tappeto ideale per un pezzo profondamente personale e sentito, mentre la seconda, indubbiamente la miglior produzione del disco, è quanto di più simile ad una soundtrack per una breve pellicola, con bassi potenti ma cadenzati e sample perfetti per il racconto di Nitro circa una consorte dal freddo e cinico fascino.
Analoga è la formula di “Storia Di Un Presunto Artista”, sia per forma e concetto, con l’ammaliatrice di turno rimpiazzata dalla musica, in un rapporto indissolubile ma inevitabilmente affetto dalle controindicazioni del successo (“e so che sbaglio perché voglio tutto e subito, ma vivere di musica è come fare l’amore in luogo pubblico/ti senti sudicio e i passanti ti sputano addosso solo perché tutti quanti voglion essere al tuo posto”). Simili momenti di riflessione affiancati a sfoghi viscerali come quello verso il giudice di Spit Morgan in “Kill Them All” (“Morgan mi manda un SMS “dietro te la tiri”/ cosa? come se lui non lo facesse!”) sono l’esempio più chiaro della capacità di Nitro nel saper variare concetti e beat senza mai rinunciare alla qualità dei testi, a metà tra l’autolesiva verve del Fabri Fibra di Mr. Simpatia e la cadenzata riflessività di Primo dei Corveleno.
Pur essendo un ‘93, Nitro ha in realtà un curriculum di tutto rispetto, tra partecipazioni al Tecniche Perfette, varie collaborazioni in-house e l’affiliazione alla Machete Crew.
Danger non è che il primo passo verso il meritato riconoscimento su scala nazionale, grazie alla sua varietà ma soprattutto grazie all’innegabile talento di cui Nitro è dotato. Opinabili pseudo-giurie catodiche permettendo.
Patrizio Corda
“0”
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“Margot”
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Nitro
Danger
Tipo: Album
Label: Machete
Tracce: 11