Max Pezzali ha messo in scena al Palazzo dello Sport di Roma un concerto con dentro tanta nostalgia e buoni sentimenti. Cantore di una generazione che si riconosce nelle sue canzoni e che riempie la struttura romana in ogni suo posto per due serate e che ci catapulta immediatamente negli anni ’90 ed a quei ragazzi che ancora non comunicavano tramite smartphone e che si incontravano al muretto nelle comitive dopo scuola con la volontà di esserci l’uno per l’altro, uniti nell’allegria della gioventù e con la voglia di avere un amore da sogno che spesso però si contrapponeva con la realtà della goffaggine dell’adolescenza.
Già dalle prime note, Max ci porta in quegli anni con “Sei un mito” e quell’attacco inconfondibile che fa palpitare il cuore. L’intero concerto è una sorta di juke-box tante furono le hit che gli 883 prima e Max da solista sfornarono in quegli anni.
Basti citare “Chi ha ucciso l’uomo ragno” con cui partirono gli 883 grazie al genio di Claudio Cecchetto che li lanciò per sempre nella leggenda.
Il concerto continua con la disincantata “La regola dell’amico”, la struggente “Nessun rimpianto” per poi arrivare con la canzone manifesto “Gli anni” che racchiude in pieno l’atmosfera degli anni ’90 con la malinconia di chi guarda indietro a quegli anni e a quelle amicizie che sembravano dare protezione contro tutto e tutti.
Questo è un concerto di Max Pezzali, un misto di allegria, nostalgia e malinconia ma con la consapevolezza che “non molliamo mai, loro stanno chiusi ma cosa importa chi vincerà, perché in fondo lo squadrone siamo noi”
Max Pezzali @ Palazzo dello Sport
“non molliamo mai, loro stanno chiusi ma cosa importa chi vincerà, perché in fondo lo squadrone siamo noi”