La notte del 2 novembre del 1975 Pier Paolo Pasolini è assassinato; una morte violenta, dai contorni mai del tutto chiariti, che mette il bavaglio a un uomo sgradito, pericoloso perché libero: la morte comoda di un personaggio scomodo. Cinquant’anni dopo siamo ancora a fare i conti con una società non così diversa da quella rappresentata dall’artista; una patria attuale gretta, discriminatoria, bigotta, classista, vuota di valori, di contenuti, intrisa di ridicolaggine.
Nel suo ultimo album, appena pubblicato, P.P.P. Profezia è Predire il Presente, Massimo Zamboni omaggia Pasolini attraverso tredici brani, di cui tre inediti (La rabbia e l’hashish, Cantico cristiano, Tu muori); assieme a Zamboni, ormai fedeli compagni da anni, gli eccellenti Erik Montanari e Cristiano Roversi.
P.P.P. Profezia è Predire il Presente racchiude e delinea il complesso universo pasoliniano già a partire dal titolo.
Il 14 novembre 1974 Pasolini pubblica sul Corriere della Sera un articolo in cui afferma di conoscere i nomi dei veri responsabili, i burattinai, che stanno dietro alle stragi di Milano, di Brescia, di Bologna: “Io so, perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero”. Un profeta, non certo nell’accezione di persona che parla ispirata da una divinità, bensì di individuo che dice prima, perché sa leggere il presente; coglie, decodifica, interpreta e rende intellegibili segni e segnali invisibili ai più. Artista mai compiacente, mai asservito e, per questo, detestato tanto a destra quanto a (certa) sinistra.
Con la sua opera Massimo Zamboni ricompone la figura di Pasolini, in una sorta di ricostruzione biografica in versi e musica: i tredici pezzi incedono dall’infanzia alla morte, delineano le fasi salienti della sua vita.
L’infanzia, la semplicità e la gioia delle piccole cose di E jo canti, villotta recitata da Carlotta del Bianco in Friulano, lingua madre, tanto amata dal regista.
La giovinezza, la scoperta, l’impegno, la solidarietà, l’amore per i diseredati di La rabbia e l’hashish, il canto che ritrae un popolo smarrito e obnubilato, Lucidi per brevi istanti/Sciolti nella cecità.
La rivolta, la sete di libertà, la fame di giustizi di Canto degli sciagurati, inno appassionato , che ricorda gli inevitabili corsi e ricorsi, Povero cristo dalla testa reclina/Non avere un tetto non si chiama libertà/Nel lento funerale di ogni cosa viva/Non temo ciò che viene temo chi è venuto già.
L’entusiasmo per la rivoluzione di Grandola Villa Morena, canzone di Josè Alfonso che celebra la sconfitta della dittatura di Salazar e la ritrovata libertà del popolo portoghese.
La maturità, l’oltraggio, le umiliazioni, ma anche la gratitudine per i fallimenti e la forza di rialzarsi dopo la caduta di Sorella Sconfitta,.
La morte, rappresentata da un trittico Lamento per la morte di Pasolini e Beati noi di Giovanna Marini, fuse in un continuum, e Tu muori, gelida cronaca che scandisce gli ultimi minuti di vita dell’uomo che No, no, no, no, non può più parlare.
A conclusione del disco Persona non grata, canzone del 2008, che canta l’isolamento in cui inevitabilmente si ritrovano tutti gli individui non graditi, che hanno l’ardire di affermare le scomode verità: Siamo tutti in pericolo/Forse sono io che sbaglio, ma io continuo a dire che siamo/tutti in pericolo. Siamo tutti in pericolo è titolo scelto da Pasolini per l’ultima intervista, rilasciata a Furio Colombo, il 1° novembre 1975.
P.P.P. Profezia è Predire il Presente è un lavoro denso, articolato, ispirato, che costringe alla riflessione senza, per questo, esser didascalico; un’opera necessaria, che colma il baratro di ideali in cui si annaspa,
Tra gli ultimi rimasti senza felicità/
Storditi nella calca vorremmo esserci/
E stringere le mani, senza difendersi/
Contribuire a fondo al tempo che sarà.
Massimo Zamboni- P.P.P. Profezia è Predire il Presente
– Le Vele – Egea Records
GDG Press