Recensioni

Johnny Cash. The Man in Black non smette di cantare: il tributo in due cd celebra la sua eredità

Scritto da Annalisa Nicastro

“Johnny Cash is a Friend of Us” non è solo un tributo ma una celebrazione di quei valori che Cash ha sempre incarnato: libertà, giustizia, umanità

Il cuore alla fine è l’unica cosa che veramente conta nella vita,  è stato questo per me il più bell’insegnamento di Johnny Cash (1932-2003), il più grande cantastorie d’America.
Cash è sempre stato un grande ribelle, una vera e propria forza della natura quella forse più selvaggia, che cantava canzoni di protesta e che riuscì a mettere nella musica country di metà anni ’50 un nuovo ingrediente, quello dell’impegno sociale, fino ad allora praticamente sconosciuto in questo tipo di musica, che era sempre stato piuttosto conservatore politicamente parlando.
Johnny Cash non è solo un nome scolpito nella storia della musica americana, è un’icona senza tempo, un simbolo di ribellione e redenzione, un uomo capace di raccontare il dolore e la speranza con la stessa, inconfondibile voce. A vent’anni dalla sua scomparsa, la sua figura continua a ispirare nuove generazioni di artisti, e il doppio CD tributo “Johnny Cash is a Friend of Us” è la prova che il fuoco della sua musica non si è mai spento.
Prodotto (e voluto fortemente) da Antonio Portieri, ideato insieme a Marco Calderone e arricchito dall’arte visiva dello street artist Aladin Hussain Al Baraduni, questo progetto non è solo un omaggio, ma una vera e propria rilettura della poetica di Cash, capace di unire suoni, linguaggi e sensibilità diverse sotto un’unica, potente voce, che unisce generazioni e generi diversi.
Il progetto raccoglie contributi da una vasta rete di musicisti (31), italiani e non solo, che reinterpretano con rispetto e creatività alcuni dei brani più significativi della carriera di Cash. Tra gli altri, spiccano gli Arpioni, che con il loro spirito scanzonato trasformano “Ring of Fire” in una sorprendente versione ska; Maurizio Faulisi (Dr. Feelgood), che, direttamente dai microfoni di Virgin radio, porta in vita una vibrante rivisitazione country-hillbilly di “Train of Love”; Julia, la cantautrice autodidatta romana dalla voce incantevole, si diverte a reinterpretare A Letter From Home; Andy Mac Farlane, in formazione power duo, si è cimentato in The Wreck of the Old ’97.
Il progetto vanta numerose collaborazioni di alto livello: ascoltando l’album e sfogliando il libretto, si scopriranno artisti provenienti da ogni angolo d’Italia, con un tocco internazionale grazie alla presenza di una band statunitense.
Le sonorità si muovono tra il country più tradizionale e incursioni in generi inaspettati, dimostrando come la musica di Cash sia un ponte tra epoche e culture. L’album si fa così manifesto di un’eredità musicale che va oltre i confini geografici e temporali e che continua a risuonare tra gli artisti e il pubblico.
Oltre alla qualità artistica, “Johnny Cash is a Friend of Us” colpisce per la sua capacità di trasmettere l’essenza più profonda dell’artista: quella di un artista che cantava per gli ultimi, per chi viveva ai margini, per chi cercava redenzione. A Cash piacevano, infatti, tutte le canzoni che raccontavano la storia di pionieri e cowboy, schiavi e prigionieri, contadini e operai: “Mi piace tenerli in vita: gospel, spiritual, blues del Sud. Tutte le canzoni che amavo da ragazzo le amo ancora oggi. Vengono dallo stesso uomo, lo stesso respiro, lo stesso pozzo”, diceva.
Johnny Cash cantava con la sua chitarra la vita di tutti i giorni, aveva il dono di scrivere canzoni che raccontavano storie, dell’amore, di Dio e poi di perdenti, di guerra, del West e della sua America. Amava genuinamente il suo prossimo. Conquistò la popolarità con molti sacrifici, incontrando spesso nella sua vita momenti di difficoltà e gli abissi dell’insicurezza, dell’autodistruzione dovuti all’abuso di droghe ma ebbe anche la fortuna di incontrare June Carter la persona più importante, l’amore indiscusso della sua vita, “una roccia solida” che lo salvò letteralmente e a cui fu sempre legato indissolubilmente.
“Johnny Cash is a Friend of Us” non è solo un tributo ma una celebrazione di quei valori che Cash ha sempre incarnato: libertà, giustizia, umanità.
Come scrive Stefano Verardo nelle note di copertina, la realizzazione di questo doppio CD è stata anche un viaggio personale per i musicisti coinvolti, un’occasione per riscoprire le radici di una musica autentica e senza tempo. Il risultato è un album che non si limita a ricordare Cash, ma lo fa rivivere, restituendogli quella dimensione di “amico” che ha sempre avuto per chiunque abbia ascoltato le sue canzoni.
“Johnny Cash is a Friend of Us” è un lavoro che merita attenzione, non solo dagli amanti del country, ma da chiunque creda nel potere della musica come strumento di racconto, ribellione e speranza. Perché, come dimostra questo progetto, the man in black continua a camminare con noi.

 

 

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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