Nove brani, di cui sette inediti, una cover (la dalliana Domani) e la rivisitazione di un brano della tradizione popolare abruzzese (Tutte le funtanelle) ne Il tempo delle cose (Musica di seta) della cantautrice pescarese Marlò. L’essenzialità degli arrangiamenti di Giampiero Mariani ben si accorda con l’anima ricercata di un disco elegante e contemporaneo, cesellato con cura (caratteristica, quest’ultima, che sembra accomunare tutte le produzioni firmate Musica di Seta).
Felice la dialettica fra le orchestrazioni minimali e mirate e la duttilità interpretativa di Marlò, capace di alternare efficaci sottolineature vocali ad una timbrica più sommessa (e non per questo meno incisiva nell’intenzione).
L’episodio forse più intenso dell’album è l’impalpabile folk di Tutte le fontanelle, cantata con Setak, che si chiude con i versi iniziali di Vola vola vola di Luigi Dommarco e Guido Albanese: Vulesse fa’ r’venì pe’ n’ora sole / lu tempe belle de la cuntentezze.
“Il tempo delle cose” è il felice approdo esistenziale ad una personale grammatica del tempo, quasi pacificata e scandita da una dimensione donativa (la misura del mio tempo è l’amore che dò, canta l’autrice in La misura del tempo).
Felice la dialettica fra le orchestrazioni minimali e mirate e la duttilità interpretativa di Marlò, capace di alternare efficaci sottolineature vocali ad una timbrica più sommessa (e non per questo meno incisiva nell’intenzione).
L’episodio forse più intenso dell’album è l’impalpabile folk di Tutte le fontanelle, cantata con Setak, che si chiude con i versi iniziali di Vola vola vola di Luigi Dommarco e Guido Albanese: Vulesse fa’ r’venì pe’ n’ora sole / lu tempe belle de la cuntentezze.
“Il tempo delle cose” è il felice approdo esistenziale ad una personale grammatica del tempo, quasi pacificata e scandita da una dimensione donativa (la misura del mio tempo è l’amore che dò, canta l’autrice in La misura del tempo).