Il 19 aprile 1951 Marisa Laurito nasce a Napoli, nel quartiere San Lorenzo, quartiere storico della città. Tanti ricordi nitidi e precisi, di una infanzia serena vissuta con una mamma sorridente e musicista ed un papà molto severo che per lei vede un futuro di sposa e madre felice. Nella Napoli del dopoguerra non c’è agiatezza, ma c’è vita, solidarietà, amicizia e umanità; la gente si ferma a parlare per strada, tutto è condiviso, le gioie e i dolori. Ci sono episodi di vita quotidiana in famiglia, con i nonni, la zia e a scuola. Racconti di cibo acquistato per strada dalle bancarelle, antesignane dello street food; la pasta acquistata sfusa incartata nella carta azzurra, lo zucchero anch’esso sfuso su cui lei cerca di fare la cresta per raggranellare qualche soldo, persino l’acqua fresca d’estate.
E’ emozionante il racconto dell’atmosfera natalizia e della passione del nonno Mario per la costruzione del presepio che lo portava ogni anno in Via San Gregorio Armeno a comperare una statuetta da aggiungere a quelle degli anni precedenti, accompaganto dalla nipotina curiosa. Marisa bimba è un tipino determinato che a otto anni sa già cosa farà da grande: l’attrice. E per questo un giorno decide di studiare il look in cui potersi meglio esprimere, con grande disappunto della mamma. Vede alla ‘televisiona’ le prime commedie di teatro e si convince che quella è la sua strada. Rimane incantata da Eduardo de Filippo e decide che riuscirà a lavorare con lui.
Marisa descrive il rapporto con il papà che non vuole faccia l’attrice; racconta che proprio il disappunto del padre verso questo suo sogno è la molla che, grazie anche al suo carattere indomito, le darà caparbietà e perseveranza. Si dichiara debitrice verso il padre per aver imparato da lui ad essere rigorosa, precisa e grande lavoratrice. Dalla amatissima mamma ci racconta di aver ereditato la vena artistica, a tutto tondo, che la contraddistingue.
E così la seguiamo nella sua avventura di attrice avversata dal papà e invece incoraggiata con entusiasmo dallo zio Peppino, partigiano, antifascista e uomo libero nei suoi pensieri. Dopo aver vissuto varie esperienze minori di teatro da ragazzina, ottiene, non appena maggiorenne, con tanta paura e batticuore, il primo contratto firmato con Eduardo De Filippo. Questo risultato le provoca una tale gioia da farla piangere initerrottamentele fino al suo arrivo a casa. La vita nella compagnia teatrale di De Filippo e la figura del ‘Direttore’ stesso ci vengono descritte con parole delicate e cariche di affetto e venerazione.
Da qui inizia la sua lunghissima carriera. Racconta dei soggiorni a Roma in alberghetti e appartamenti improbabili, dei viaggi in autostop, dei pochi soldi a disposizione, dei pasti saltati e della sua incrollabile determinazione che l’ha portata a superare le difficoltà, inventarsi strategie per la sopravvivenza senza dover chiedere soldi a casa, a superare i provini per avere la parte in uno spot pubblicitario o in un film.
Fino a raccontare del successo ottenuto, delle grandi amicizie professionali e personali che contribuiranno tutte alla sua crescita artistica e umana.
Marisa Laurito si manifesta come una persona vivace, curiosa, amante del buon cibo, che non disdegna di mettersi ai fornelli. Ci racconta di essere sempre stata pronta ad affrontare nuove esperienze professionali per le quali non si è mai adagiata sui successi ottenuti e l’hanno portata a sperimentare e a mettersi alla prova. Ha coltivato molte amicizie, le più diverse, pronta a farsi sorprendere dall’essere umano.
Questa autobiografia è spumeggiante, non è priva di episodi dolorosi, ma la sua nota di fondo è l’entusiasmo. Marisa Laurito è orgogliosa di essere napoletana e questo la porta ad introdurre nel testo molte citazioni in napoletano: frasi, esclamazioni, modi di dire che ci trasmettono il suo sentire.
Entriamo in contatto con una personalità generosa, curiosa, che non teme di dare agli altri la sua amicizia e che ci invita a volerci bene per quello che siamo e a non abbandonare il sogno della nostra vita.
Ringraziamo Marisa Laurito per averci aperto il suo cuore, il suo Ufficio Stampa, NC Media, che ci ha permesso di incontrare questo libro.