Recensioni

Margherita Zanin: esce “ZANIN”

Scritto da Annalisa Nicastro

Lunghe distese americane su cui correre in moto…quello sicuramente e tanto altro ancora. Quando suonano brani come “I Must Forget” sulle prime d’impatto (come quando incrocio distratto lo sguardo di qualcuno all’improvviso) quasi sembra un remake alla Enaudi (banale commentarlo così direi ma mi è uscito…) che poi diviene noir/epico/urbani e industriale. Casualmente ho scelto questo brano per aprire l’ascolto e ho goduto a pieno di impatti emotivi e di metamorfosi continue. E il resto del disco, ascoltato questa volta in ordine di tempo e di pubblicazione, stupisce ad ogni passaggio. Margherita Zanin che qualcuno ricorderà per Amici 2013, consuma strade e carriera, collaborazioni e contaminazioni prima di approdare ad un disco importante di grande qualità e di spessore internazionale…non solo dal punto di vista compositivo ma anche e soprattutto dal punto di vista di produzione artistica. Insomma questo esordio dal titolo “Zanin” è un disco che proprio in pasto ad un esordiente non ce l’avrei mai visto…mi pare più un lavoro vissuto di anni di esperienza e di gradini saliti a suon di talento e carriera. E a guardar la biografia della Zanin direi che ci sta tutto…e siamo solo all’inizio.
Sono 8 Tracce di cui 7 inediti e una inaspettata cover: in tutto questo scenario internazionale di stile e maniera troviamo “Generale” di De Gregori anche qui in una chiave appena “berliniana” con un arrangiamento assai intimo e industriale…bellissima la chiusa in minore della strofa che restituisce quel quid in più ad una scrittura eterna di suo. Ad aprire l’ascolto c’è l’altro singolo in italiano (il resto del disco è in inglese) dal titolo “Piove” di cui esiste anche il video ufficiale che vi linkiamo a seguire: e qui appena i toni sono stranamente scuri in volto in antitesi con la gioia di vivere che sprigiona il resto dell’ascolto, quasi a richiamare un misto tra Mina e Baustelle tutti in gita sempre verso metropoli di night glitterati e luci di neon psichedelici. Appunto: psichedelico e ipnotico l’arpeggio di chitarra che si spalma per tutto il brano.
E poi l’America ragazzi, rispolverando da una parte le liriche aperte di Adele e dall’altra il blues di maniera alla Ani Di Franco: la prima in ballad di assoluto fascino come “You’re Better Out” in cui – mi perdoneranno i capocci della produzione – ma quando sento le slide di chitarra potrei impazzire di gioia e di pace…la seconda in suadenti e fumose melodie come “Joe’s Blues” che un po’ richiama “Fever” e un po’ se la gioca a suon di “Soul di fattura nera”. Il disco si chiude con la bellissima “The Lord Coming Home” e qui sento il Natale che arriva, sento il gospel di un coro americano, sento un suono importante che apre lo sguardo su orizzonti aperti e distesi. Insomma: a quanto pare il bel paese alla Zanin è sempre andato stretto e in questo esordio (italiano) c’è dentro un’America che non ci saremmo mai aspettati. Bellissima anche la pronuncia…alla fin della fiera c’è da chiedersi perchè aver lasciato un singolo come “Piove” dentro un disco che di tricolore forse ha solo la carta d’identità…un ascolto decisamente consigliato.

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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