Recensioni

LeekELeek – Bleed Greedy

Scritto da Annalisa Nicastro

in un periodo in cui Atlanta e Chicago dominano la scena statunitense al punto da portare ad una pericolosissima omologazione di stili e suoni, LeekELeek, malgrado la giovanissima età, è riuscito a trovare la propria personalissima strada

Il biennio 2011-2012 ha consacrato Chicago come nuova fucina di talenti giovanissimi e fuori dagli schemi, dopo le ere geologiche dominate musicalmente da New York, Houston e Atlanta. La truculenta prospettiva dipinta da under-20 come Chief Keef, Lil Durk, Lil Reese e Fredo Santana ha fruttato loro contratti major importanti e riconoscimento su scala nazionale, aprendo le porte a tantissimi altri concittadini tanto in erba quanto spregiudicati ed interessanti. Tra questi spicca il rapper e beatmaker LeekELeek, già produttore per i nomi sopra citati, e la sua formula musicale tutt’altro che fedele all’attuale estetica di Chicago proposta nel mixtape Bleed Greedy.
E questa differenza si palesa sin dal principio del tape. “Drugs R’ Us”, un pezzo da party forse un po’ troppo spregiudicato nello sbandierare ai quattro venti la predilezione per la non sobrietà, inquadra perfettamente l’estetica di Leek: uso perenne dell’autotune a supporto di un flow melodico e godibile e gioiose strumentali colorate dal costante uso di plastici synth, orchestrali di vario tipo e articolate quanto orecchiabili melodie di piano. Il più delle volte si tratta di beat uptempo, come nel caso di “Young Niggas”, “Private Party” o della caracollante pop-trap di “Baby”, ma il risultato è piacevole anche a ritmi più blandi, come nel caso di “For The Squad”, forte del candido connubio di striduli campionamenti vocali e di una delicatissima e contemplativa linea di pianoforte.
Per lunghi tratti del tape è, dunque, il pop-rap di Atlanta ad emergere come influenza principale con i suoi suoni leggeri, giocosi e perfetti per un approccio musicale più melodico e fruibile. Ma rimane pur sempre un progetto di un artista appartenente alla nuova scuola di Chicago, e infatti i momenti duri e cruenti in stile drill non si fanno attendere più di tanto: “Bussin”, “WTF” e “More” vantano strumentali apocalittiche, dark e dalle percussioni punitive, in memoria della formula che ha condotto gente come Chief Keef e Lil Durk al mainstream. Nel mezzo, la singolare performance di “Throw Out”, dove Leek e Paper Boi Sketch approcciano flow frammentari su un beat squillante e semi-cartoonizzato.
Tuttavia , spingersi oltre non porta sempre a risultati apprezzabili come sopra. Alcuni eccessi di plasticità sonora, come in “SupaMan” e “Leave Me Lone”, sembrano più sigle di videogiochi o cartoni animati anni ’90 mal riuscite che pezzi di un tape concepito come un progetto granitico e vigoroso. È questa la maggiore pecca di LeekELeek che, essendo principalmente un beatmaker, ragiona con approccio sperimentale, sottovalutando a volte il sottile confine tra esperimento apprezzabile ed errore marchiano.
A monte di tutto questo, in un periodo in cui Atlanta e Chicago dominano la scena statunitense al punto da portare ad una pericolosissima omologazione di stili e suoni, LeekELeek, malgrado la giovanissima età, è riuscito a trovare la propria personalissima strada. Cercando – e spesso trovando- l’equilibrio tra potenza e melodia è infatti riuscito a far di Bleed Greedy un progetto tanto unico quanto sottovalutato; progetto che potrebbe, in virtù della sua fresca unicità, aprirgli in futuro l’accesso a piattaforme ben più grandi di quella solo locale che Chicago offre oggi a tantissimi interessanti talenti come lui.

Patrizio Corda

LeekELeek
Bleed Greedy

Tipo: Mixtape
Label: Self-Released
Tracce: 13

Link

“Drugs R’ Us”
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=YsouL3bdxmA[/youtube]

“Bussin”
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=v89X1r6-BTw[/youtube]

“For The Squad”
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=2ToZeVMRtsk[/youtube]

“Po’ Up Slow” (Feat. DY)
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=lhGGxgH1zpo[/youtube]

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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