Il nome Leafblade potrebbe dire poco o quasi nulla ma dietro a questo nome ci sono personaggi alquanto conosciuti. Sean Jude e Kevin Murphy vengono dai Valle Crucis ed incontrano Daniel Cavanagh and Daniel Cardoso dagli Anathema e con questa line up producono e suonano il secondo album dei Leafblade. Potrebbe quasi esser considerato un primo album in quando sono passati quasi 7 anni dall’album di esordio Beyond Beyond ma non solo, anche gli arrangiamenti sono diversi più tendenti ad un incrocio tra Progressive Rock e Folk.
Approdati alla K-Scope e spinti da Steven Wilson, che collabora con gli Anathema da tempo, ad unire i propri talenti, Sean Jude e Danny Cavanagh creano un piccolo gioiellino di melodie e note. Passando tra echi di Progressive come su Sunset Hypnos a passaggi Folk come The Hollow Hills nella quale si notano anche echi degli Storm Corrosion. Spettacolari gli arpeggi ed intrecci delle due chitarre che troviamo dentro Beaneath A Woodland Moon. Un brano che ascolterei almeno 10 volte durante queste giornate invernali
Fuchsia e’ forse l’unico brano che ci riporta al vecchio sound dei Leafblade, chitarra eterea e più vicina a quel sound che Daniel Cavanagh porta avanti separatamente dagli Anathema
L’album scorre in un ascolto quasi autunnale fatto di giornate nebbiose e piogge sottili e rarefatte con intrecci di arpeggi e chitarre acustiche ma sferzato da quel vento che è la chitarra di Cavanagh che esplode nella sua durezza e che spezza quell’armonia acustica.
Finito l’ascolto ci si rende conto di aver tra le mani veramente un buon prodotto, onesto, che ci lascia una cosa difficile da trovare ultimamente ovvero la voglia di riascoltarlo per la paura forse di aver perso qualcosa, un passaggio particolare, una nota od un arpeggio. Quindi una bellissima prova che fa prevedere un grande futuro per questo gruppo.
Claudio Lodi