Una band alla rovescia: così definirei La Terza Classe per la scelta opinabile di far uscire l’anno scorso il disco per il solo mercato nordamericano, complice un tour di 15 tappe in giro per gli Stati Uniti, ed aspettare il 2024 per renderlo fruibile in Italia. Sicuramente la ventata di aria fresca internazionale data dal cantato in lingua anglosassone ha avuto un ruolo importante nella cronologia dell’editazione. Il furgone in copertina simboleggia senza dubbio i tanti chilometri macinati da una band entrata ormai in confidenza con il concetto di vita on the road.
Us ha una matrice folk impossibile da non ricondurre a gruppi come Mumford And Sons o Dry The River, un sound rassicurante che non è facile fare proprio, eppure questi ragazzi partenopei lo fanno con una naturalezza disarmante. E’ assurdo anche solo pensare ad una cernita tra “Free Soul”, “Dream For You” e la ballad country-western “During My Walk”: sono tutti piccoli capolavori ottenuti da una minuziosa ricerca.
Il gospel di “Who Will Save My Soul?” apre le porte a “Broken Flower”, un brano che rimette in carreggiata la band e pone il viaggio come tema portante dell’album stesso, cavalcando non sulla groppa di uno stallone come Furia, ma andando al trotto, per godere, durante la traversata, anche dei paesaggi che man mano ci scorrono davanti agli occhi. Tra assoli di armonica e giri di banjo incamerati in sfumature quasi rockabilly, intravediamo la fine del percorso con “You’ll Never Leave Me Alone” e “The Trick”, una canzone in cui ci sembra di riconoscere la disperazione soverchiante degli ultimi lavori di Nick Cave.
In conclusione, Us ci coinvolge in un’avventura il cui scopo è la rivelazione di se stessi, con garbo e raffinatezza. Nella vita, come nella musica, a volte, non serve strafare per arrivare al nocciolo della questione.
La Terza Classe – Us
Sono tutti piccoli capolavori ottenuti da una minuziosa ricerca