Pop Corn

La “tammurriata nera” non è solo “o ninno niro, niro”

Scritto da Giulio Faillaci

Perché dedicare un intero articolo di questo magazine ad una sola canzone, la Tammurriata nera? Perché occorre rendere giustizia a questa canzone

Perché dedicare un intero articolo di questo magazine ad una sola canzone, la Tammurriata nera? Perché occorre rendere giustizia a questa canzone. Perché, come cercherò di dimostrare, questo brano per come si è storicamente affermato e diffuso, è un fatto unico nell’intero panorama della canzone italiana.
La Tammurriata nera non è solo “o ninno niro, niro”; non è solo l’arguta e maliziosa canzonetta che tutti conosciamo, ma è frutto di un intervento individuale e collettivo che l’ha arricchita rendendola unica.
La canzone è stata composta da E. A. Mario, autore della Canzone del Piave, e da Nicolardi, autore di “Voce ‘e notte” e trae spunto da un fatto reale.
Nicolardi, come tutti i parolieri e musicisti partenopei dell’epoca, per sbarcare il lunario, svolgeva un lavoro amministrativo in un ospedale napoletano. Un giorno passando dinanzi al reparto femminile, vide una grande agitazione e un assembramento di donne intorno al letto di una giovane ragazza napoletana che aveva dato alla luce un bimbo di colore. Il Nostro si mise immediatamente in contatto col suo consuocero E. A. Mario e insieme composero la Tammurriata nera.
La canzone ebbe un notevole successo presso il popolo napoletano perché descriveva con malizia e ironia un fenomeno diffuso nella Napoli dell’immediato dopoguerra, vista la presenza di molti uomini di colore tra le truppe alleate di stanza nella città.
Il successo della canzone fu tale che il popolo napoletano la fece sua, appropiandosene e sviluppandola con l’aggiunta di strofe in coda al testo originale degli Autori. Queste strofe, molto più sarcastiche e pungenti, descrivevano ancor più compiutamente aspetti della vita reale della città durante l’occupazione alleata. Inoltre, mantenendo lo sesso ritmo binario della tammurriata tradizionale, queste strofe venivano cantate dai Napoletani utilizzando la melodia di un brano swing proposto da Al Dexter e canticchiato dalle truppe americane.
Dicevo all’inizio, che questa canzone è un fatto unico nel panorama canoro italiano per come si è storicamente affermata e diffusa. Non è rimasta infatti solo una canzone d’autore, bensì nella “vulgata” è stata ampliata, arricchita, diventando un mix inedito di generi e stili musicali. Quindi, La Tammurriata nera non è solo l’arguta e maliziosa canzonetta che tutti conosciamo, ma è frutto di un intervento individuale e collettivo che l’ha arricchita rendendola unica.
In un mio viaggio di ricerca in Basilicata, a Barile, un anziano del luogo mi ha cantato una di queste strofe, per me assolutamente sconosciuta e non riportata in nessuna delle varie versioni pubblicate, che così recitava “E ‘i che illuminazione per le strade cittadine/Vi’ che bella occasione p’arrubbass ‘e lampadine”. Segno lampante che la creatività popolare, stimolata da questa canzone si espresse ben oltre i confini della Napoli metropolitana. Evidentemente a Barile si inventò questa strofa in concomitanza del ritorno dell’illuminazione pubblica, ironizzando sull’occasione fornita ad un Paese appena uscito dai disastri della guerra.
Per concludere, elencherò nel dettaglio i diversi aspetti presenti e miscelati nella canzone, realmente affermatasi e cantata dal popolo napoletano.

1) La canzone d’autore (I compositori Nicolardi e E. A. Mario)
2) L’inventiva popolare (Le strofe aggiunte)
3) Il richiamo alla tradizione (il ritmo binario della tammurriata)
4) Lo swing americano (La canzone canticchiata dalle truppe americane)

Come ben si vede, è difficile rintracciare altri fenomeni di così completa sintesi tra l’apporto di autori professionisti (Napoletani e Americani) e la creatività popolare; tra lo swing americano e l’incalzante ritmo della Tammurriata.
Quando eseguo la “Tammurriata nera” in pubblico, dopo le opportune spiegazioni, inizio cantando la strofa in americano, segnalando che lo stesso motivo sarà usato per le strofe popolari in coda alla canzone “ufficiale”.
Di seguito riporto il testo della canzone e una sua registrazione da me effettuata.

Tammurriata nera
(E.A. Mario – E. Nicolardi)

I’ nun capisco e vot’ che succer’ e chell’ ca se ver’
nun se crer’, nun se crer’.
E’ nat’ nu criatur’, è nat’ nir’ e a mamm’ o chiamm’ Ciro,
sissignor’ o chiamm’ Ciro.

Seh! Gir’ e vot’ seh! Seh vot’ e gir’ seh!
Ca tu o chiamm’ Ciccio o ‘Ntuon’,
ca tu o chiamm’ Peppe o Ciro
chill’ o fatt’ è nir’ nir’, nir’ nir’, comm’ a chè

S’o conten’ e cummar’ chist’affar’, sti cos’ nun so’ rar’
se ne veren’ a migliar’.
A vot’ bast’ sul’ ‘na uardat’ e a femmen’ è rimast’
sott’ a bott’ ‘mbrissiunat’.

Seh! ‘na uardat’ seh! Seh ‘na ‘mbrission’ seh!
Va’ truann’ mo chi è stat’
ca cugliut’ buon’ o tir’
chill’ o fatt’ è nir nir, nir nir, comm’ a chè.

E dice o parulan’: Embè parlamm’pecchè si ragiunamm’
chisti fatt’ nce spiegamm’.
Addò pastin’ o gran’ o gran’ cresce, riesce o nun riesce
sempe gran’ è chell’ ch’esce.

Meh! Dill’ a mamma meh! Meh! Dill’ pur’ a me:
cont’ o fatt’ comm’è ghiut’
Ciccio, ‘Ntuon, Pepp’ o Cir,
chill’ o fatt’ è nir, nir, nir, nir comm’ a chè

Le strofe popolari aggiunte

E signurin’ e Capudichin’ fann’ ammore cu e Marrucchin’
E Marrucchin’ se votten’ e lanz’ e signurin’ che panz’ annanz’
American’ espress’ damm’ o dollar’ ca vac’ e press’
Sinnò ven’ a Pulis mett’ e man’ addò vo iss’

Aier’ sera a piazza Dant’ a panza mia era vacant’:
si nun era po contrabband’ i’ mo già stev’ o campusant’

E levet’ a pistuldà ubbè, levet’ a pistuldà
E pisti pachi mama e levet’ a pistuldà

E signurin’ napulitan’ fann’ e figli cu e ‘Merican’
Nce verimm’ oggi e dimman’ miez’ a Porta Capuan’

Sigarett’ papà, caramell’ mammà
Biscuit’ bambin’ a dui doller’ e signurin’

E Ciurcill’ o viecchio pazz’ ci arrubbat’ e mataraz’
E L’America pe’ dispiett’ ci ha scippat’ e zizze a piett’

American’ espress’ damm’ o dollar’ ca vac’ e press’
Sinnò ven’ a Pulis mett’ e man’ addò vo iss

*E vi’ che illuminazione per le strade cittadine
Ih! che bell’occasione p’arrubbass’ e lampadin’

*strofa raccolta a Barile

About the author

Giulio Faillaci

Giulio Faillaci, laureato in Scienze dell’Educazione, nasce musicalmente a metà degli anni sessanta, in uno di quei complessini “beat” che gli adolescenti dell’epoca fondavano poco dopo aver imparato quattro accordi di chitarra. Quindi i successi dei Beatles, dei Rolling stones, dei gruppi italiani dei Nomadi, dell’Equipe 84 e altri, sono stati la sua prima la prima palestra musicale.
Negli anni 70 avviene l’incontro con la musica tradizionale del centro-sud d’Italia. Grazie all’insegnamento ricevuto dalle ricerche del maestro Roberto De Simone e dall’attività concertistica della Nuova Compagnia di Canto popolare, approfondisce la conoscenza di questo genere musicale mettendola in pratica con la costituzione di diversi gruppi musicali e componendo alcuni brani in “stile” popolare.
Alla fine del decennio frequenta per due anni le lezioni di chitarra classica del maestro Francesco La Vecchia.
All’inizio degli anni 80 si dedica alla ricerca sul campo, frequentando le feste popolari del Sud Italia, in particolare quelle dell’area vesuviana, e apprendendo le tecniche strumentali e canore della Tammurriata. Contemporaneamente ha un’intensa attività concertistica con vari gruppi di musica popolare. Scrive la sceneggiatura e le musiche della commedia musicale “Alla festa”, rappresentata al museo delle arti e tradizioni popolari di Roma e in vari teatri.
In seguito ha collaborato con gruppi teatrali napoletani scrivendo ed eseguendo le musiche della commedia “Simme venuti pe’ lu Carnuvale” rappresentata a Napoli al teatro S. Ferdinando e a quello della “Mostra d’oltre mare”.
Intense sono state le sue attività di didattica musicale: ha collaborato con il professore Gaetano Domenici dell’Università Roma 3, pubblicando un capitolo nel testo “la nuova valutazione nella scuola elementare” e due testi, uno per l’alunno e uno per l’insegnante, di indicazioni ed esercitazioni pratiche nel campo della valutazione degli apprendimenti (Educazione al suono e alla musica per le classi III, IV e V elementare. Ed. SEAM, 1999).
Per la Giunti Lisciani Ed. ha curato il cofanetto di “ Educazione Motoria – Percorsi didattici” con la registrazione di 4 audiocassette e stesura dell’opuscolo illustrativo.
Pr circa 4 anni ha collaborato con la rivista “La vita scolastica, Giunti Ed.” scrivendo gli articoli per l’educazione musicale nella scuola elementare.

error: Sorry!! This Content is Protected !!

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Con questo sito acconsenti all’uso dei cookie, necessari per una migliore navigazione. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai su https://www.sound36.com/cookie-policy/

Chiudi