Recensioni

John Lee Hooker: The Standard School Broadcast Recording

Scritto da Gianfranco Piria

Espressione di quella bellezza che il tempo mantiene sempre viva suscitando piacere ed ammirazione

Dopo aver pubblicato un paio di interviste, torno volentieri alle mie recensioni. In questo periodo dell’anno il materiale che arriva è sempre molto copioso e le scelte non sempre sono facili. Famelico come sempre cerco di non lasciare nulla indietro così, tra un classico album di Chicago Blues e un tosto disco di Blues Rock mi ritrovo tra le mani un vecchio lavoro (vecchio per modo di dire) di John Lee Hooker del 1973, tornato alla ribalta nel 2024. Parlo di: The Standard School Broadcast Recordings.
Il segno tangibile dell’arte del blues man venuto da Clarksdale-Mississippi. Espressione di quella bellezza che il tempo mantiene sempre viva suscitando piacere ed ammirazione. Gli esempi sarebbero tanti da elencare, ma non è questa la rubrica giusta per farlo. Mentre il 1973 imperterrito correva, io mi accingevo correndo un po’ meno, ma molto meno, a conquistare il diploma di Geometra. Avevo 17 anni. Sigh!!! Dall’altra parte del mondo, grazie una session registrata dal vivo in uno studio di San Francisco, nasceva un lavoro destinato a un programma radiofonico, per scopi didattici e per promuovere la musica a livello scolastico.
Il primo tentativo per la realizzazione di un disco si concretizzò nel 1997 con il titolo Hard Time contenente anche delle interviste. Ventisette anni dopo ci pensano i tedeschi della BMG a lavorarci sopra, valorizzando il vecchio progetto e nello stesso tempo dare lustro all’arte di John Lee Hooker. Il disco, originalmente, nasce con il supporto di un numero ristretto di fidati musicisti, tra questi il giovane e bravissimo pianista Robert Hooker, figlio di John.   Solo otto brani, otto perle dalle forti emozioni. Non me ne vogliano i supercritici, quelli della serie: ..io so io e voi non siete un c Questo disco non ha un solo momento di calo.  Le note sincopate, la voce calda e avvolgente creano un ascolto suggestivo e un’atmosfera colma di forti emozioni, quasi terapeutica e di grande giovamento. Composizioni povere fatte di pochi accordi dinoccolati e spesso accompagnati dal solo battito del piede come base ritmica, che negli anni hanno catturato l’attenzione di milioni di fan.                      
Cento dischi all’attivo sono bastati a creare tutto questo. Unico.
The Standard School Broadcast Recordings della BMG, per chi ha amato questo musicista non deve mancare nel proprio scaffale. Una esecuzione di vero Blues Elettrico che ha radici profonde e mai influenzato da fattori esterni. Consiglio a chi si vuole avvicinare a questo artista, in particolar modo ai giovani, di partire da questo album, in fondo i suoi fini didattici a qualcosa pur devono servire.

 

About the author

Gianfranco Piria

Ho cominciato nel 1976 e mi sono fermato, radiofonicamente, nel 1991.Chiaramente ho continuato a seguire il Blues e tutte le sue evoluzioni. Non mi sono fatto mancare nulla. Dopo una lunga assenza per motivi di lavoro sono ritornato alla vecchia mia passione.
La Radio.Era il 2016.La pazienza e le continue sollecitazioni di un carissimo amico sono state determinanti per farmi rientrare. Possiedo un numero considerevole di album,scrivo recensioni sul blues e sono in contatto con molti musicisti Italiani e Stranieri.
Me&Blues è una rubrica e un format radiofonico che non trascura stili e tradizioni.Immancabili i racconti sui Grandi Maestri e sui giovani emergenti del Blues,Rock Blues e dintorni.

error: Sorry!! This Content is Protected !!

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Con questo sito acconsenti all’uso dei cookie, necessari per una migliore navigazione. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai su https://www.sound36.com/cookie-policy/

Chiudi