Interviste

Jessica Bellina

Scritto da Red

Il bello dei libri è sorprendersi parola per parola

“Il tocco della notte. Il rito”(Giovane Holden Edizioni) e “Il lato magico. Il rituale del benendante”(Casa editrice Kimerik) sono i due romanzi pubblicati dall’autrice di Gemona in Friuli. Genere: urban-fantasy. Per conoscere meglio la scrittrice di Gemona e i suoi romanzi le abbiamo posto alcune domande.

Buongiorno Jessica, benvenuta. Mi piacerebbe molto sentirti raccontare la tua storia: come ti sei avvicinata al mondo della scrittura? Come e quando hai cominciato a scrivere e che cosa ha generato in te questo bisogno?
Buongiorno! Sono lieta di potere rispondere a queste domande, proprio perché i libri che ho pubblicato, nel dettaglio “Il lato magico”, li ho scritti in giovane età in quanto avevo quattordici anni. Ho iniziato a scrivere un paio di anni prima, prima un diario e poi una storia ambientata in luoghi fantastici con varie creature del genere (elfi, gnomi, nani…) proprio perché il mondo fantastico mi attirava per poi scoprire che in realtà erano i personaggi a piacermi, quindi con una ricerca di lettura sono arrivata alle streghe. Dal classico fantasy mi sono diretta verso lo urban fantasy contemporaneo, ambientato quindi nei giorni nostri (a dire il vero i giorni in cui ero io adolescente quindi primo decennio degli anni duemila) e per mia scelta nei territori di mia conoscenza, quindi il Friuli.
Alla scrittura mi sono avvicinata casualmente e quasi per scherzo perché con un’amica immaginavamo di vivere avventure in un mondo fantastico assieme a vari eroi e poi questo esperimento è diventato un bisogno ed infine espressione, un modo per comunicare le pensieri, sensazioni ed emozioni, a volte in maniera più soggettiva ed altra più oggettiva. Credo che la scrittura abbia contribuito alla mia personale crescita, alla capacità di immedesimarmi, di ragionare (spesso anche troppo) nelle cose, ormai è davvero una parte importante di me che non mi abbandona da quando sono giovane, quindi non è un passatempo ma una vera e propria passione.

Soffermandoci sul tuo modo di scrivere e sul tuo metodo: hai delle pratiche che segui, o dei rituali (da buona scrittrice di urban-fantasy) che ti guidano nel momento della scrittura? Che cosa rappresenta per te quel momento?
Per rimanere in tema, da buona scrittrice urban-fantasy, la mia magia è spontanea e, per mia scelta, non ha alcuna regola in quanto la scrittura è il mio momento, la mia libertà e quella cosa che faccio per esprimere me stessa. Se dovessi inserire regole, schemi prefissati (soprattutto da qualcun altro) e vivere questa cosa da semplice spettatore esterno invece di proiettarmi e soffrire, gioire, sorprendermi eccetera… con i miei personaggi, non sarebbe più una libertà ma qualcosa che sta in degli schemi come il resto delle attività quotidiane.
Questa è sempre stata la mia idea di scrittura, fin da quando ero più giovane, quindi sapere che ci sono persone a cui piace come e cosa esprimo mi rende felice perché conosce la vera me.

Gemona: all’interno delle tue storie, occupa sempre un posto di rilievo: sia nel caso della tua prima opera “Il lato magico. Il rituale del benendante” che in quello della seconda “Il tocco della notte. Il rito”. Come mai hai deciso di rendere questo luogo il centro delle tue narrazioni? Che cosa ti ha spinto a raccontarlo in lungo e largo anche attraverso le sue tradizioni e leggende? C’è un modo in cui il tuo paese ti ispira durante la scrittura?
La mia scelta di rappresentare Gemona, il paese da cui provengo, deriva da diversi fattori:
il primo è che fosse il posto che a quattordici anni conoscevo meglio sia per gli ambienti che per le abitudini che avevo ai tempi e quindi mi veniva più semplice rappresentarlo.
Il secondo fattore è che voglio calare nella realtà di tutti i giorni un mondo magico, diverso, che guarda al mondo e ciò che succede in maniera diversa e con nuovi (o forse vecchi, o meglio antichi) occhi e camminare, anche più di quindici anni dopo che ho scritto il libro, in paese vedendo Ginny passeggiare, il gruppo della notte, la congrega… rende tutto un pizzico più magico anche per me!

Come si evince da numerosi articoli che ti vedono protagonista sul web, tu fai parte anche del Gruppo Medioevale del tuo paese. Vuoi raccontarci un po’ di questo movimento? In che cosa consiste la partecipazione e l’adesione allo stesso?
Esattamente! Fino ad ora sono stata la rappresentante del Gruppo Storico Gemona, ora è arrivato il momento di passare il testimone. Fare parte di un gruppo storico devo dire che è una delle più belle esperienze che abbia mai fatto e la consiglio per diversi motivi: tuffarsi nel passato, mettere abiti di un’altra epoca personificando un’altra persona, rappresentare altre persone ma soprattutto conoscere altri gruppi, gente che ha la tua stessa passione, confrontarsi, lavorare, studiare e documentarsi sono cose che non hanno un prezzo è davvero un’esperienza preziosa se vissuta fino infondo.
L’adesione al gruppo di cui faccio parte ci porta in diverse rievocazioni in regione in cittadelle, paesi, a volte palazzi e anche a manifestazioni di vario genere in cui persone di diverse età stanno assieme ed ognuno porta anche le sue conoscenze ed abilità: qualcuno può rammendare i vestiti, qualcun altro fare acconciature, qualcun altro ancora proporre balli o teatro… insomma è qualcosa che può dare tanto e fare crescere una persona.
Per cui ne approfitto per dire grazie a tante persone e per dire a chi non ha mai provato ma vorrebbe: buttati, è divertente!

I principali destinatari dei tuoi libri sono sicuramente gli adolescenti – nonostante sia abbastanza evidente sia riuscito a conquistare anche i più grandi –, che cosa speri di trasmettere ai giovani? E in che modo pensi che un adolescente potrebbe rivedersi nelle vicende vissute dai tuoi personaggi?
Effettivamente i libri si avvicinano soprattutto ad un pubblico più giovane in quanto come scrittrice ero giovane in quel momento e ho raccontato quello che conoscevo. Come detto in precedenza il libro è ambientato nel primo decennio degli anni duemila, non è tanto tempo fa, ma tecnologicamente parlando e anche per quanto riguarda alcune abitudini e modi di pensare direi di sì ed io ero abbastanza impacciata e timida a quel tempo quindi riporto proprio la mia esperienza.
Detto questo con una scrittura che è semplice e scorrevole mi piacerebbe davvero riuscire ad avvicinare molto più giovani alla lettura, non tanto e non solo perché sono una scrittrice, ma perché credo davvero che dia un valore aggiunto un capitolo di libro al giorno, per usare la propria fantasia ed immaginare con il proprio vissuto e la propria mente un personaggio, un luogo o un’azione. Il bello dei libri è sorprendersi parola per parola e riuscire, anche durante la lettura, a fare facce strane o addirittura a dire “non è possibile!” e sfogliare un paio di pagine per vedere se si risolve o meno una certa faccenda. Credo che non leggere faccia perdere questa capacità di usare la propria fantasia e credo davvero che sia un peccato, anche perché l’attesa al momento della lettura è qualcosa di bellissimo e pensare “devo assolutamente leggere come va finire” è impagabile.
I personaggi di cui narro, soprattutto nel libro “Il lato magico” che sono davvero tanti, sono diversi e con delle peculiarità che li contraddistinguono, proprio perché volevo che ognuno avesse i ruolo, il suo posto e fosse necessario anche per avere solamente fatto un gesto, perché è proprio così anche nella vita: senza il gesto di un’altra persona, per quanto ci sembra scontato e piccolo, noi non saremmo a quel punto. Quindi ci si potrebbe appassionare o rivedere anche ad un personaggio secondario che prima poi (senza svelare troppo anche per un futuro seguito) dirà o farà qualcosa di importante. I personaggi principali hanno tutti punti di forza e debolezze che ho voluto sottolineare in quanto tutti sbagliano, anche chi sembra più perfetto o buono, perché siamo umani (anche se sono streghe).

La magia è un elemento fondamentale dei tuoi libri, ma perché la magia? Secondo te esiste il lato magico di cui parli nei tuoi libri? Dove lo si trova? Che cosa ti affascina del mondo esoterico e fantastico?
Cercherò di essere breve perché per me queste domande sono davvero importanti e negli anni la chiave dei miei romanzi, il mio modo di scrivere ed anche di vivere a volte (sì, sono una persona particolare a volte e mi piace!). La scelta della magia è avvenuta dopo la lettura di alcuni libri quando avevo tredici anni, ho scoperto poi che molte cose si basavano su leggende ed eredità, di cui ho iniziato a fare ricerca per scoprire che c’era un mondo di cui non conoscevo l’esistenza.
La cosa che mi ha da sempre attirato era l’idea positiva del non fare del male a nessuno, nemmeno te stesso, e seguire la propria inclinazione e poi da lì ho scoperto l’utilizzo di piante, candele, incensi eccetera… e non esiste una sola linea da seguire ma ce ne sono varie, non saprei neanche dire quante, in che modo, da dove provengono perché è qualcosa che si trova davvero in tutto il mondo. Nelle mie ricerche c’è una cosa che ho imparato parlando con una persona: abbiamo tutto dentro di noi, non ci serve alcun oggetto se non come estensione, e poi a volte bisogna fermarsi per concentrarsi e capire dove ci troviamo, ovvero qui ed ora. Per me questa è stata una cosa difficile da concepire, e lo è tutt’ora, ma quando prendo un attimo per me e posso guardare anche solo un bel tramonto, un albero, un fiore e fermarmi e sorprendermi della bellezza e ringraziare vuol dire che sto vivendo in quel momento, per me e che mi accorgo che non ci sono solo impegni e l’orologio che corre ma tanto altro. Forse non sembra, forse è banale ma è una magia bellissima… credo sia questo quello che mi affascina di più, guardare il lato magico del mondo e vedere tutto come una magia, un gesto o qualcosa di fronte a noi.

Tra i personaggi dei tuoi romanzi le eroine femminili fanno sempre da padrone alla storia (prima Ginny, poi Celeste): se non sono effettivamente delle protagoniste, sono loro a cambiare il corso degli eventi e a loro spetta l’incarico di trovare la soluzione al problema. Che cosa pensi della posizione delle donne di oggi? Possiamo dire che i tuoi romanzi siano ottimi riscatti per le donne, ma in che modo, oggi, donne e uomini possono fare la differenza rispetto al passato?
Ho scelto delle eroine femminili perché forse ne ho avuto bisogno anche io nei momenti di cambiamento, di debolezza, di difficoltà… Come le protagoniste che hanno affrontato i problemi di tutti i giorni (nel loro caso la scuola e le amicizie) e poi problemi più grandi legati al mondo magico ma anche al rapporto con i genitori o con il rapporto di una società non creata da loro, credo che tutti necessitiamo di una spinta (a chi non serve tanto di cappello però!).
In base alla mia esperienza penso che la posizione della donna si stia riscattando in diversi ambiti, non in tutti e in alcuni anche in maniera piuttosto errata perché comunque sia le donne vanno rispettate (dico donne in quanto parliamo di donne, ciò vale anche per gli uomini). Penso che ci siano però degli argomenti ancora tabù o ignorati dalla società (tipo le mestruazioni, un argomento importante per una donna per tanti motivi) e situazioni non ancora riconosciute nella giusta maniera (la voglia di avere una carriera e una famiglia, in quanto spesso la donna deve decidere se vuole crescere lavorativamente o vuole i figli oppure lasciare i figli a qualcun altro…), non è davvero semplice.
Metto comunque, anche nei libri, uomini e donne nel medesimo piano perché ci completiamo, in tutti gli ambiti credo sia giusto che ci sia un po’ dell’uno ed un po’ dell’altro, perché i modi di pensare sono diversi e quindi questo fa sì che si possano anche risolvere delle criticità ed è giusto che ci sia difesa sia per un sesso o per un altro, siamo tutti persone. La differenza non sta nel sesso ma nel modo di pensare e nelle etichette che vengono attribuite, credo che quello che dovrebbe esserci alla base è il rispetto poi se una cosa la fa un uomo o una donna in base alle sue inclinazioni, capacità, forza non c’entra.

Uno degli altri temi che emerge dai tuoi scritti è sicuramente la tolleranza, il rispetto delle diversità. Pensi che la letteratura e la cultura in generale possano concorrere a rendere migliore il mondo in cui viviamo?
Sì, lo credo, perché credo molto nel rispetto reciproco ma penso debba essere fatto nella giusta misura. In certi momenti veniamo tartassati da messaggi che temo a volte facciano l’effetto opposto, se una cosa deve essere (come è giusto che sia) normale, forzarla in ogni ambito può creare anche del malcontento (e comunque non è semplice nemmeno fare tutti felici, a volte è come camminare sulle uova!). Credo che certe persone arrivino a certe cose con i loro tempi e con il loro vissuto, come è giusto che sia, perché siamo tutti diversi per quello alla base ci dovrebbe essere un’idea di rispetto e così le cose diventano “normali”.

Ci sono o ci sono stati dei libri o degli autori che ti hanno spinta a credere nella scrittura? O in maniera più generale: c’è stato un evento che ti ha portata a pensare di poter dare qualcosa con le tue storie? Che avresti incontrato tanti lettori quanti ne raccogli?
Ogni libro che ho letto mi ha lasciato qualcosa come un’emozione, un pensiero o evocato un ricordo. Non ho un autore preferito o un libro preferito perché mi hanno lasciato qualcosa di diverso ed a seconda del momento in cui li ho letti. Credo che a modo loro tutti hanno contribuito a farmi diventare una scrittrice, proprio perché ognuno lascia il suo contributo scrivendo e una parte di sé, è un po’ come conoscere qualcuno.
Inizialmente scrivere è stato un modo per dare voce alle mie emozioni, poi crescendo, affrontando i vari passi e conoscendo nuove persone è diventato il modo per dare voce a qualcosa di più grande e profondo, magari con romanzi con vicende fuori dalle righe, ma che possono affrontare temi importanti come l’amicizia, la famiglia, la crescita…

L’ultima domanda che voglio rivolgerti è una curiosità che riguarda la tua vita quotidiana, quella in cui vesti i panni da scrittrice: qual è il libro che hai letto di recente?
Sarò sincera, è difficile trovare tempo per leggere ed anche per scrivere, ma qualche minuto lo ritaglio anche con l’occhio cadente dal sonno! Di recente leggo diversi manga (di cui ammetto ho una certa lista) che alterno ai libri. Ad ora ho con me un libro di poesie che mi è stato donato dalla mia maestra di italiano delle elementari intitolato “Cercami nella stanza dell’arcobaleno” di Anna Londero e sto per terminare “Il sigillo di Sarca” di Simona Cremonini.

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