Sound&Vision

JazzMi 2022

Scritto da Erminio Garotta

Emozioni pure al JazzMI 2022

Ilhan Ersahin’s Istanbul Session

Lo abbiamo aspettato con trepidazione, le sue visioni musicali legate alle sue radici turche non hanno tradito le attese. Un quartetto esplosivo, ritmica che non lascia respiro, il sax che entra nella mente e nel corpo di chi ascolta, un treno in corsa, non lo puoi fermare. Echi di musica acid jazz, suoni che richiamano antichi fasti, riverberi di tempi e potenza del basso che richiamano all’orecchio la musica dei System of a Down, ma anche quella leggiadria dei dervisci volanti nei loro spettacoli.
Una nota di Erik Truffaz, che li ha accompagnati in una loro session ed entrato in un loro progetto musicale, “… se i Radiohead fanno jazz, loro possono fare … quel che gli pare…” Ed è proprio così che abbiamo ascoltato Istanbul Session con la speranza di visioni musicali diverse.
Con Ilhan Ersahin al sax abbiamo potuto apprezzare la potenza al basso di Alp Ersönmez, la ritmica della batteria affidata a Matteo degno sostituto di Turgut Alp Bekoğlu, e le percussioni comandate da Izzet Kizil.
Una piccola “invasione di campo” finale con la tromba di Michael Leonhart e il suo incredibile suono che nel secondo set accompagneranno il rapper americano JSwiss

Ill Considered

Emozioni forti, un racconto che il gruppo inizia con un basso ostinato, una ritmica potente, tempi dispari, grida urbane, influenze … tutte!
Ipnotico il racconto della band inglese, Idris Rahman (sax), Emre Ramazanoglu (batteria), Liran Donin (basso) ci portano in un tunnel di note che la band definisce anche “spiritual jazz”, dove Coltrane la fa da padrone e nulla suona nuovo se si ascolta la scena musicale inglese (Ezra collective, Son of Kemet…).
E ancora una volta le scelte artistiche di JAZZMI si rivelano azzeccate ed innovative.

VIJAY IYER
La musica e le idee di VIJAY IYER sono ormai di casa in Italia,abbiamo imparato a conoscerlo con diverse formazioni e diversi progetti. Oggi, per JAZZMI, lo ritroviamo solo. La sua forza pianistica ha donato al pubblico una sorta di emotività palpabile. Definito praticamente da tutti i recensori, testate musicali, giornali a livello mondiale un “artista con una coscienza sociale, collaboratore multimediale, costruttore di sistemi, rapsodista, pensatore storico ed evasore multiculturale” (New York Times).
JAZZMI lo definisce “straordinario artista e creatore sonoro della sua generazione”.
Noi di SOund36 non lo definiamo, lo abbiamo ascoltato e ci ha impressionato. Cosa possiamo aggiungere? se avete modo di ascoltarlo, non fatevelo scappare, è una emozione pura.

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