Interviste

Intervista sorelle Vecchi

Per noi la musica è tutto. Senza la musica non riesci a entrare nel personaggio. Il film sulla vita di Nico ci ha impegnato tantissimo dal punto di vista emotivo, è stata una donna bellissima e fragile, come i suoi testi malinconici ma sinceri, aperti perché veri

Come vi devo chiamare? Sorelle o gemelle? Da dove comincia la vostra avventura modenese nel mondo del cinema?
Francesca e Roberta: No siamo sorelle…
Francesca: La nostra vita artistica inizia da due punti “cardinali” diversi; io comincio a interessarmi di videoclip realizzando lavori per i Pitura Freska, Gianni Morandi e altri ancora, ma la mia anima era già alla ricerca di altre cose più vicine al mio amore per la Musica e volevo anche essere libera, avere un lavoro più creativo. Sono una persona molto meticolosa, non mi bastava più essere “chiusa” con le riprese, volevo gestire la mia creatività a mio modo. Nostro padre era severo ma ci ha regalato tutta la sua cultura e per noi è stato un regalo immenso.
Roberta: A Modena mi occupavo di grafica e seguivo sfilate, entrambe siamo ribelli quindi in qualche modo dovevamo unirci con il lavoro e creare a tutto ciò che poteva essere una vera forma d’arte. Siamo partite costruendo noi stesse con la fatica di tutti i giorni, cercando di dare un servizio di qualità senza tradire noi stesse e questo ci ha ripagato perché crediamo nel nostro lavoro e nella nostra arte. Quando abbiamo cominciato a frequentare l’ambiente americano e inglese, abbiamo capito la direzione da prendere, avevamo la valigia piena di tante bellissime esperienze!

Il vostro modo di lavorare è caratterizzato da una ricerca meticolosa storica del personaggio e dei suoi contenuti, rendendolo “personalizzato”, creando quindi una forte sinergia con l’attore
Francesca: sì è vero, la ricerca che facciamo richiede fin dall’inizio un’accurata ricerca storica, noi lavoriamo molto sul personaggio ma anche sull’attore con qui abbiamo a che fare. Deve esserci sempre un’energia che gira, anche tra il regista e noi, parlare e discutere su tutte le cose che possono sfuggire perché il pubblico è molto attento. Prima progettiamo il lavoro presentandolo al regista per poi cominciare la ricerca dei materiali e i modelli che servono. E questo ci tiene impegnate tantissimo.
Roberta: Come dici tu noi, siamo delle artigiane minuziose, cerchiamo di creare il bello dando sempre un’energia positiva. Lo storico sui costumi ha una grande importanza perché forma una parte del film creando l’atmosfera dell’epoca che andiamo a toccare. La nostra scuola parte dalla Bauhaus, attraversando tantissime altre fasi diverse tra loro e tutto ciò si può trovare nel nostro atelier visitando le varie stanze con le cose che proponiamo.

Per arrivare a fare questo lavoro con grande dedizione immagino che siate anche delle accanite ascoltatrici di musica. Come ad esempio penso all’impegno che avete messo per il film “Nico”, Leone D’oro a Venezia.
Francesca: Per noi la musica è tutto. Senza la musica non riesci a entrare nel personaggio. Il film sulla vita di Nico ci ha impegnato tantissimo dal punto di vista emotivo, è stata una donna bellissima e fragile, come i suoi testi malinconici ma sinceri, aperti perché veri. E questo ci ha facilitato essendo entrambi amanti della buona musica.
Roberta: Con la regista Susanna Nicchiarelli è stato veramente delizioso lavorare, perché siamo riuscite a fonderci insieme con una grande facilità e sensibilità. Lei ha saputo leggere la nostra professionalità e sensibilità facilitando molto le cose.

Vorrei parlare della vostra esperienza, non solo come costumiste, nel film “Diaz” ambientato in un periodo storico molto importante per il nostro paese.
Francesca: Beh, è stata un’esperienza pazzesca, grandiosa e dolorosa. Il film è stato girato in Romania ricostruendo Genova da cima a fondo ed è stata fatta una ricostruzione meticolosa seguendo tutti gli incartamenti dei processi. Il tema trattato e la grandezza del film hanno scosso moltissimo le coscienze di tutti, una produzione molto grossa con attori fantastici.
Roberta: La nostra sensibilità è stata messa a dura prova. Dentro questo film c’è un mondo folle, dove improvvisamente si è interrotta una già fragile comunicazione e dove si capisce che c’era un piano ben preciso. Lo scambio umano sul set ha fatto la differenza.

Che ruolo ha il costume in un film? Ritengo si possa semplicemente parlare di ARTE.
Francesca: Il costume ha sempre avuto un ruolo importante in qualsiasi film, da quelli storici a quelli contemporanei; nel tempo il cinema ha cambiato più volte volto e si è dovuto adattare alle situazioni più difficili. Per noi lavorare in sinergia totale vuol dire tutto e il mantenere l’attenzione su quello che facciamo è molto importante ai fini della realizzazione dei costumi quando escono dalla sartoria.
Roberta: Il costume crea la differenza perché fa parte della nostra cultura antropologica. Basta vedere la ricerca maniacale di Tarantino e Kubrik che hanno creato con i loro costumi vere immagini dentro il film. Non è solo la storia dell’ambientazione che lascia un segno ma anche la ricerca accurata legata a quel periodo. Per noi è importante trasmettere emozioni che vanno oltre a quello che è il costume stesso. E il protagonista si deve sentire a suo agio.

La cosa più difficile che vi è mai capitata di fare nel vostro lavoro?
Francesca e Roberta: Il cinema, come detto, ha bisogno sempre di idee nuove, negli ultimi anni la produzione televisiva ha cambiato il modo lavorare; se prima ci voleva tanto tempo e tanta professionalità per creare dei costumi, ora i tempi si sono ridotti e non sempre è richiesta la professionalità. Noi ascoltiamo sempre tutto e tutti, poi però mettiamo avanti la nostra professione e serietà. Preferiamo comunque lavorare per il cinema!

Nel centro di Modena avete sistemato uno spazio, chiamato Il Posto, dove trascorrete le vostre ore a cercare, sperimentare e creare. Potete descrivere questo Posto?
Francesca: Siamo qui da undici anni e come vedi ne andiamo fiere, proponendo tutto quello che appartiene al mondo del cinema; non solo costumi ma anche libri, dischi e un palco, dove prima del Covid si esibivano amici musicisti da tante parti del mondo. Un modo diverso per far conoscere l’Arte. Il Posto come vedi è molto underground e ha degli spazi malinconici che ci piacciono molto perché sono una somma di nostre emozioni che si mescolano con tutte le cose che vedi.
Roberta: Il Posto è un ambiente magico perché lo abbiamo scelto e sistemato noi; era messo malissimo, tutto scalcinato e senza pavimento ma avevamo bisogno di un posto grande in centro a Modena. Quando scende il sole dal terrazzo che vedi, entrano dei tagli di luce bellissimi! Immagino che ti ricordi la Factory di Andy Warhol vero?Anche la Factory fa parte del nostro repertorio di vita vissuta!

I vostri registi preferiti o con cui vi piacerebbe lavorare?
Francesca e Roberta: Fellini, Truffaut, Lynch e Kubrik ma anche Tarantino senza perdere di vista attori come Stefano Accorsi, persona rara e bravissimo attore sempre pronto a chiedere il nostro punto di vista sul film che sta girando, facendo nascere una complicità speciale. Metterei Daniele Vicari il regista di Diaz, persona squisita che ti trasmette una pace interiore speciale.

Possiamo anticipare ai nostri lettori di SOund36 i vostri prossimi lavori? Vi ringrazio anticipatamente per questo pomeriggio pieno di aneddoti e di curiosità.
Francesca e Roberta: Partiremo a breve per l’Italia del sud per una produzione molto grossa e importante, però non possiamo svelare nulla. Una cosa la possiamo dire, sarà un’altra sfida molto importante per noi dove metteremo tutta la nostra voglia di fare bene. Grazie Alessandro, il tempo che ci hai dedicato è stato molto prezioso. Ci siamo trovate benissimo! Un grazie a tutti!

About the author

Alessandro Ettore Corona

Alessandro Corona nasce a Bassano del Grappa (VI) nel ’57. Dopo aver vissuto in varie zone del Veneto, si trasferisce a Bologna negli anni’70, seguendo tutto il movimento artistico di quel periodo; dai fumetti di A. Pazienza e N. Corona, alla musica rock britannica e americana, a quella elettronica di stampo tedesco, al cinema d’avanguardia tedesco e francese, per approdare poi alla scoperta della fotografia internazionale seguendo corsi di approfondimento e di ricerca.

Scatto per non perdere l’attimo.
Esistono delle cose dentro ognuno di noi, che vanno messe a fuoco.
Esistono cose che ci circondano e che non vanno mai perse, attimi che possono cambiare il nostro futuro; ognuno di noi ha un’anima interiore che ci spinge verso quello che più ci piace o ci interessa.
Io uso la macchina fotografica come un prolungamento del mio braccio, la ritengo un contenitore enorme per catturare tutti quei momenti che mi appartengono.
Passato e futuro si uniscono fondendosi insieme e per caratterizzare l’anima degli scatti creo una “sensazione di fatica” nella ricerca dell’immagine mettendo in condizione l’osservatore, di ragionare e scoprire sé stesso dentro l’immagine.
Trovo interessante scattare senza pensare esattamente a quello che faccio; quando scatto il mio cuore muove un’emozione diversa, sento che la mia mente si unisce con estrema facilità al pulsante di scatto della mia macchina, non esito a cercare quel momento, non tardo un solo secondo per scattare senza riflettere.
Il mio mondo fotografico è principalmente in bianco e nero, il colore non lo vedo quasi più, la trasformazione cromatica è immediata.
Non esito: vedo e scatto!
La riflessione per quello scatto, si trova in mezzo tra il vedere e lo scattare senza esitare sul risultato finale, senza perdere tempo in quel momento.
Diventa immediato per me capire se quello che vedo e che intendo scattare può essere perfetto,
non trovo difficile esprimere quello che voglio, la macchina fotografica sono io.
Ogni scatto, ogni momento, ha qualche cosa di magico, so che posso trasmettere una riflessione quindi scatto senza cercare la perfezione estetica perché nella fotografia la foto perfetta non esiste, esiste solo la propria foto.
Works:
Fotografo e grafico: Mantra Informatico (cover CD), Elicoide (cover LP)
Fotografo ufficiale: Star for one day (Facebook). Artisti Loto (Facebook)
Fotografo ufficiale: Bowie Dreams, Immigrant Songs, Roynoir, Le Sciance, Miss Pineda.
Shooting: Federico Poggipollini, Roynoir, Heide Holton, Chiara Mogavedo, Gianni Venturi, Double Power big band, Progetto ELLE, Star for one day, Calicò Vintage.
Radio: Conduttore su LookUp radio di un contenitore artistico, con la presenza di artisti.
Fotografo ufficiale: John Wesley Hardyn (Bo), Reelin’and Rocking’ (Bo), Fantateatro (Bo), Nero Factory (Bo), Valsamoggia Jazz club (Bazzano), Friday Night blues (Bo), Voice club (Bo), Stones (Vignola), il Torrione (Fe), L’officina del gusto (Bo), Anzola jazz, Castelfranco Emilia blues, Bubano blues, Mercatino verde del mondo (Bo), L’Altro Spazio (Bo), Ramona D’Agui, Teatro del Pratello (Bo), P.I.P.P.U Domenico Lannutti, Insegui L’Arte (Badolato CZ), Artedate (Mi), Paratissima Expo (To), Teatro Nuovo e club Giovane Italia(Pr), Teatro Comunale e Dehon (Bo), Teatro delle Passioni (Mo).

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