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Gli acrobati

Scritto da Laura Passeri

All’inizio provarono semplici figure acrobatiche lineari ma poi si resero conto che erano in grado di fare ben altro e di potersi legare in complicatissime geometrie tridimensionali

Gira che ti rigira, prova che ti riprova, metti un idrogeno là, metti un ossigeno lì, gli atomi di carbonio si resero conto di essere dei mirabili acrobati. Nessuno meglio di loro era in grado di fare lunghissime catene legandosi strettamente gli uni agli altri. Certo al gioco partecipavano anche atomi di altri elementi come idrogeno, ossigeno, azoto, zolfo, fosforo e pochi altri, ma erano loro, i carboni, a darsi la mano anche a centinaia e a tenersela ben stretta formando lunghissime catene. 
All’inizio provarono semplici figure acrobatiche lineari ma poi si resero conto che erano in grado di fare ben altro e di potersi legare in complicatissime geometrie tridimensionali, formando impalcature ramificate o chiuse ad anello in un vorticare di sperimentazioni sempre più ardite.
Gli altri atomi se ne stavano lì, zitti e anche un po’ intimoriti, a guardare lo spettacolo. Alcuni elementi, soprattutto quelli dell’VIII gruppo (ma non voglio essere pettegola, lo dico solo per amor di cronaca), che si davano arie da nobili, tanto da starsene sempre in disparte e da non voler “legare” con nessuno, erano in realtà un po’ invidiosi e stavano sempre lì a gufare: “Ecco che adesso la catena si spezza e qualcuno di loro si farà un gran male!…..Questa volta hanno veramente esagerato! Sono in troppi l’uno legato all’altro, la struttura non può reggere!”.  Altri come gli atomi di silicio che tutto sommato avevano in comune con il carbonio la stessa configurazione elettronica esterna, ogni tanto provavano coraggiosamente a imitare i carboni e si davano la mano mettendosi in fila uno dopo l’altro come bravi scolaretti, ma niente, non appena la catena si allungava, ecco che perdevano forza e rovinosamente si disgregavano e si ritrovavano separati. 
Bisognava ammettere che gli atomi di carbonio avevano qualcosa di speciale, di unico e che non c’era limite a quello che potevano inventarsi: idrocarburi, alcoli, acidi, aldeidi, chetoni, eteri, esteri, ammine, ammidi, fenoli, amminoacidi, zuccheri, basi azotate, lipidi, fosfolipidi, anelli porfirinici, proteine, nucleotidi, RNA, DNA…

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Laura Passeri

Questa sono io, parole fantasia e scienza

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