Interviste

Animaux Formidables – Intervista

Diciamo spesso che ci mettiamo una maschera per toglierci una maschera che è quella poi della quotidianità

Il 2023 è stato l’anno della svolta per il duo torinese Animaux Formidables: prima l’uscita del disco d’esordio We Are All Animals, poi la partecipazione al noto talent show X-Factor. Anche quest’anno si è aperto nel migliore dei modi con la partenza del Glitter Tour, una serie di concerti che li porterà in giro per l’Europa. Li abbiamo incontrati nella data pescarese allo Scumm, locale che ormai per noi di SOund36 è diventato una specie di seconda casa.

Quando e dove nasce il progetto Animaux Formidables?
Mr Formidable: Tutto nasce fra le mura di casa essendo noi marito e moglie. Arriviamo entrambi da altri percorsi artistici differenti e da diverso tempo pensavamo di fare qualcosa insieme, però non avevamo mai concretizzato. Circa due anni fa, quasi per gioco, abbiamo iniziato a fare degli esperimenti sonori: lei si metteva dietro a due tamburi improvvisati che avevamo in casa ed io andavo giù con i miei fuzz e qualche linea vocale. In men che non si dica ci è venuta voglia di strutturare dei brani e in pochissimo tempo ci siamo ritrovati con una manciata di pezzi finiti. Diverse persone a noi vicine ci hanno incoraggiati a creare un vero e proprio progetto, portare le canzoni dal vivo e così, a braccio, li abbiamo ascoltati. Alcuni addetti ai lavori si sono interessati alla band e ci hanno catapultato nel mondo dei club e degli spettacoli live. In un attimo avevamo tantissime date da coprire in tutta Italia.

E’ quasi ovvio che la domanda successiva verta sul vostro abbigliamento di scena
Mrs Formidable: Ci piaceva l’idea di calarci in due personaggi, proprio perché avevamo voglia di connetterci con un istinto che ci facesse sentire liberi e quindi abbiamo deciso di entrare nei panni di questi felini alieni. Siamo affezionati ai gatti, ne abbiamo due, amiamo il loro essere misteriosi, è come se arrivassero da un’altra dimensione. In realtà il cambio di identità ci serve tantissimo sul palco per uscire da quelle costrizioni che tutti i giorni ci ingabbiano. Diciamo spesso che ci mettiamo una maschera per toglierci una maschera che è quella poi della quotidianità.

Cosa cela il titola del vostro disco We Are All Animals: una critica o un elogio a ciò che ci circonda?
Mr: Non è una critica, ma una riflessione sul fatto che siamo a tutti gli effetti degli animali e, volendola vedere sotto una sfera più profonda, siamo possessori di un animo, di un qualcosa che ci muove e va anche oltre la nostra mortalità. Tutto ciò è un concetto che oggi stiamo un po’ dimenticando, ci facciamo soggiogare da quelle che sono le sovrastrutture che ci portiamo appresso. Quando mettiamo delle maschere nel quotidiano, calandoci in personaggi che la società vuole, non ci vengono in mente le potenzialità legate al nostro spirito nascosto. Il manifesto del disco è di ricordarsi che siamo degli animali, che siamo delle creature straordinarie e dobbiamo cercare di ritrovare la nostra libertà assopita.

Come è stato lavorare con un produttore affermato come Marco Fasolo?
Mrs: E’ stato pazzesco. Lui ha capito immediatamente la nostra anima. Avevamo questi brani già strutturati, quindi siamo andati da lui per metterli in bella copia. Non ci ha snaturalizzato e non ha assolutamente cambiato la nostra idea, anzi l’ha migliorata e fatta suonare bene in un disco registrato tutto in analogico. Quello che si sente nell’album è quello che si sente live, pari pari. Non ci sono trucchi, né modifiche successive.

Mi state dicendo che è stato registrato in presa diretta?
Mr: Si, è in presa diretta. E’ una take pulita di quello che facciamo sul palco, semplicemente noi eravamo in due stanze diverse, divisi da un vetro per non avere rientri. Marco schiacciava play e noi andavamo.

Mrs: Ci abbiamo messo più tempo a fare i suoni e a capire la logistica della strumentazione piuttosto che a registrare i brani. La maggior parte delle volte è stata buona la prima.

Cosa vi ha lasciato l’esperienza ad X-Factor?
Mr: E’ stata un’esperienza tipo una spa, ma anche un arricchimento soprattutto perché abbiamo potuto conoscere delle persone, e parlo specialmente degli altri ragazzi con cui abbiamo vissuto in  grandissima intimità isolati da tutto e da tutti, con cui si sono creati dei rapporti che continuano ad essere coltivati oggi. Questa è la cosa importante e la più bella di tutte. E’ stato anche un metro di confronto su palchi differenti, palchi televisivi che noi non conoscevamo, provenendo dai club e dai festival. E’ stato un modo per imparare qualcosa in più su se stessi e anche per ampliare il nostro bagaglio tecnico.

Con il Glitter Tour avete varcato i confini italiani: come è stata la risposta ai vostri show del pubblico estero?
Mrs: A dir la verità abbiamo fatto due date, per il momento, all’estero con la nostra etichetta, la Go Down Records ed era un festival organizzato da loro. E’ stato un po’ come giocare in casa. A giugno faremo un lunghissimo tour in tutta Europa: andremo in Francia, Spagna, Germania, Belgio e forse qualche altra parte. Sarà la prima volta che ci confronteremo con un pubblico estero al 100%. Vedremo come andrà.

Chiudiamo con la più classica delle domande finali: progetti futuri?
Mr: Nei ritagli di tempo stiamo scrivendo e abbiamo registrato delle canzoni che comporranno il nuovo lavoro discografico. Ancora non sappiamo se saranno dei singoli, se sarà un Ep o magari un vero e proprio LP. Per adesso abbiamo tre  brani chiusi, dove i master sono già pronti. Ci stiamo anche avvicinando a nuovi stimoli, lasciando intatto il nostro approccio minimale e istintivo. Stiamo introducendo delle componenti che vanno verso l’elettronica e il post punk. Vogliamo continuare a divertirci e ad evolverci.

Però sempre in analogico.
Mr: Naturale. Sempre in analogico (risate generali, ndr)

Animaux Formidables

Go Down Records

Scumm

Revolver Concerti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Giovanni Panebianco

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