Band nata nel 1971, è uno dei più famosi gruppi di rock progressive dei Castelli Romani ed è ora composta da: Claudio Ciuffa alla chitarra elettrica e flauto, Marco Cavaterra al basso e voce, Fabio Tata alle tastiere, Dario Masani alla batteria, Dino Pacini alla chitarra elettrica, Caterina Russo voce solista e Robin Taylor al violoncello e piano.
La recente collaborazione tra i vari membri del gruppo si é formata in maniera quasi naturale: si tratta di amici musicisti che si sono incontrati nuovamente dopo personali esperienze con altre formazioni e, oggi, stanno portando avanti un progetto comune, ossia quello di proporre brani editi e nuovi brani, senza tradire le sonorità degli esordi. I Sigmund Freud si sono ritagliati uno spazio di tutto rispetto, all’epoca del Banco del Mutuo Soccorso e della Premiata Forneria Marconi per quanto riguarda l’Italia, dei Jethro Tull, dei Genesis e dei The Who, tanto per citarne alcuni, in ambito internazionale. E si sente. In quegli anni, però, non hanno mai pubblicato nulla: erano troppo giovani e suonavano per passione, ma soprattutto non avevano un manager che li promuovesse. Tutto rimaneva come sospeso nell’aria, a parte i numerosi concerti live, grazie ai quali hanno raggiunto una discreta popolarità e considerazione tra gli appassionati del genere: si sono esibiti, tra l’altro, a Villa Ada, Villa Pamphili, Conca d’Oro ecc, cosa non scontata, se si tiene presente che nelle piazze della Capitale e dell’hinterland si suonava, e si suona ancora, soprattutto la popolar music. Ma nel 2013, la svolta dal punto di vista creativo: è uscito il loro primo album “Illusioni”, che si distingue per l’originalità, l’intensità e la particolarità di canzoni senza tempo.
Tra i progetti futuri, un secondo CD che conterrà 15 nuovi brani, tra cui “Le Ali del Vento”, dedicato a un ragazzo diversamente abile, “Nel giardino della Fantasia”, presentato in anteprima in live – concert a Stazione Birra, “Pendragon”, che ironizza sulla pratica della caccia alla volpe. Sono canzoni dalla musicalità armoniosa, affatto scontata, dalle tematiche ancora attuali, ma sempre fedeli alle sonorità dei primi anni ’70. Quando sarà possibile, gli ex ragazzi del rock, che si definiscono “settantottini vintage”, si esibiranno di nuovo nelle piazze , in primis ai Castelli Romani, dove alcuni di loro sono cresciuti: questa è l’avventura unica e odierna dei Sigmund Freud, che ci invita a percorrere un magico viaggio tra note e atmosfere fantastiche, gradevoli non solo per chi ama il genere rock progressive.
Ma perché tale nome per una band? É un’idea di Claudio Ciuffa che, dall’età di 15 anni, ha letto i libri del fondatore della psicanalisi. A suo avviso, il pensiero di Freud ben si sposa con la ricerca artistica, in particolare per la creazione dei testi delle canzoni; perché esso tratta in profondità i problemi sulla natura dell’uomo, il significato della morale e dello stare insieme. Principi escatologici che affiorano nel quotidiano e lo condizionano, manifestandosi come emozioni di piccoli frammenti di vita che anche la musica è in grado di evocare.
Sito ufficiale: www.sigmundfreudgroup.com