Purtroppo l’Italia non è mai stata terra di conquista della musica country folk, tant’è che anche grandi artisti come Johnny Cash, Emmylou Harris, Joni Mitchell, Joan Baez – giusto per citare alcuni mostri sacri – non sono stati particolarmente popolari, come invece in altre parti del mondo.
Non ha fatto eccezione, al riguardo, James Taylor che ha avuto la sua golden age soprattutto all’inizio della carriera inanellando una serie di album veramente notevoli a partire dallo splendido Sweet Baby James (1970), nota per la malinconica Fire and rain e soprattutto il successivo capolavoro Mud Slide Slim (1971) che gli regalò il primo e unico primo posto in classifica di un singolo con You’ve got a friend (scritta da Carole King).
La vena artistica particolarmente ispirata dell’artista americano continuerà ancora fino al 1976 con In The Pocket, album col quale concluse il suo rapporto contrattuale con la Warner prima di passare alla ancora più grande Columbia/CBS (acquistata dalla Sony Music nel 1988).
L’album Gorilla – pubblicato nel 1975 – che abbiamo ripreso e rispolverato dall’ormai mitica Soffitta di Sound36 si colloca quindi giusto nel finale di questo periodo della sua carriera ed è a mio avviso da annoverare fra i più belli in assoluto. Nel disco, che non conosce praticamente cali di livello estetico, ci sono 9 pezzi scritti da Taylor, una cover (la sempreverde uptempo How sweet it is con l’allora consorte Carly Simon ai cori) e la ripresa di un traditional (la sognante ballata Wandering, alla quale aggiunse parte del testo). Qua c’è tutto quello che verosimilmente lo ha sempre reso unico: la dolcezza espressiva, la delicatezza dei testi che, insieme alle sue morbide melodie ti cullano e ti riscaldano, grazie alla sua voce limpida e ai suoni acustici che le accompagnano.
L’inizio con Mexico – classico pezzo d’oltre oceano da ascoltare in auto magari fra una Take it easy e una Sweet home Alabama – è scoppiettante ma in realtà a farla da padrone in Gorilla sono le ballate.
I was a fool to care è la migliore in assoluto e ancorché non fu mai un singolo, né tantomeno un suo cavallo di battaglia nei concerti, resta un gioiellino di rara bellezza. La già citata Wandering è una sorta di ninna nanna da ascoltare davanti al fuoco, mentre un uomo racconta la sua storia di eterno viaggiatore, della sua vita, dei genitori, del servizio militare: in neanche 3 minuti ti stende al tappeto.
La title track è un blues (genere al quale James ha sempre fatto riferimento dedicandogli almeno un pezzo per ogni album) veramente piacevole da ascoltare, almeno quanto Lighthouse leggermente più andante e resa immortale per la presenza degli immensi David Crosby e Graham Nash ai cori. Un faro che illumina anche il buio più oscuro.
Music (piazzata nel lato A) e Love songs (in quello B) incorniciano un disco imperdibile per chiunque ami la musica folk o per chiunque ritenga sia arrivato il momento di provare ad ascoltarla. Una sorta di Bignami di come si dovrebbe concepire un LP prima di pubblicarlo…provate ad ascoltarlo non ve ne pentirete affatto.
GORILLA di JAMES TAYLOR
Dalla Soffitta abbiamo spolverato Gorilla di James Taylor, fra i suoi album più belli in assoluto