Interviste

Enrico Farnedi, Intervista

Scritto da Annalisa Nicastro

“Auguri Alberta” è diventato un augurio polivalente, per chi compie gli anni, per chi aspetta una risposta importante, per chi deve sostenere un esame e così via

Tra pochi giorni uscirà ufficialmente il suo nuovo lavoro “Auguri Alberta”. Abbiamo voluto fargli qualche domanda in più sulle nuove canzoni e sul suo nuovo modo di essere, Enrico è stato molto gentile a rispondere sempre con il suo bell’entusiasmo. Leggete, leggete!!!

02 Enrico Farnedi (WEB)

Enrico ben ritrovato sulle nostre pagine, ti abbiamo conosciuto con il tuo bel disco d’esordio Ho Lasciato tutto Acceso (2010) e oggi ti ritroviamo con il tuo nuovo lavoro Auguri Alberta, in questi anni di cose ne hai fatte molte… tra le cose fatte ne vuoi raccontare qualcuna in particolare?
Ben trovati a voi! Gli ultimi anni sono stati intensi e stimolanti, la mia attività di cantautore cominciata ufficialmente con il primo disco, mi ha permesso di vivere tante nuove esperienze: ho partecipato a concorsi, tenuto concerti in luoghi nuovi, collaborato con artisti interessanti, ma soprattutto ho avuto l’occasione di conoscere tante persone speciali. Sono passato dall’essere un “one man band” ad avere un gruppo di persone con cui collaboro a stretto contatto, e questo ha arricchito le canzoni di tante nuove sfumature.

Arriviamo ad Auguri Alberta, intanto ci dici chi è Alberta?
Alberta è Alberta Tedioli, una scrittrice e libraia di Modigliana, un piccolo comune romagnolo dell’Appennino. Una signora gentile e – come si dice a Bologna – una gran cartola (dal web: “GRAN CARTOLA = di persona che possiede qualcosa che la contraddistingue, cioè uno stile personale, nel parlare o vestire”).

E’ vero che Auguri Alberta è anche un tormentone nato in un gruppo privato di facebook, una sorta di vivaio sociologico?
Quel gruppo Facebook è stata una delle occasioni di cui parlavo prima: tra i suoi membri ci sono artisti, operai, impiegati, idraulici, docenti universitari, commercianti, musicisti ecc. All’interno del gruppo, gradualmente, siamo diventati una sorta di famiglia allargata, con le risate, le litigate e tutto il resto. Abbiamo anche un nostro vocabolario abbastanza fantasioso. Il tormentone “Auguri Alberta” è diventato un augurio polivalente, per chi compie gli anni, per chi aspetta una risposta importante, per chi deve sostenere un esame e così via. Mi piaceva molto il suono e ho pensato che fosse perfetto come titolo: abbastanza misterioso ma al tempo stesso estroverso, un po’ come il disco.

Il disco a lei ispirato dunque esprime il desiderio a non rinunciare a sé stessi e alle proprie passioni, soprattutto in un momento di forte crisi come questo?
Mentre registravamo il disco, mi sono reso conto che un po’ tutte le canzoni parlano di persone che stanno cambiando atteggiamento nei confronti del mondo che le circonda, persone che sono cambiate o che vogliono farlo, persone che non vogliono arrendersi al rito di dormi-mangia-produci-consuma o più semplicemente non vogliono adattarsi al ruolo che la vita sembra avere riservato loro. Alberta è un ottimo esempio in questo senso: un’operaia che studia per diventare impiegata, quindi libraia antiquaria e infine scrittrice. E non si è ancora fermata!

Sei musicalmente parlando un polistrumentista, ti definiresti così anche nella vita di tutti i giorni?
Il mio forse è proprio un polistrumentismo applicato alla vita. Oltre a suonare diversi strumenti musicali, a scrivere e arrangiare musica, mi interessano tante altre cose e cerco di coltivare molti interessi e attività diverse: il disegno mi ha sempre appassionato (sono miei i disegni sulla copertina dell’album), ho appena concluso una trasmissione radiofonica e ho tenuto alcuni workshop sulla composizione di canzoni.

Ci sono brani del tuo nuovo disco in cui parli del rapporto tra uomo e natura, ce ne parli meglio?
Ho sempre pensato che è la natura a produrre le più belle opere d’arte al mondo: è difficile che una cattedrale possa superare in splendore la più umile foglia di ortica, ma per un artista è inevitabile mettersi alla prova e creare, è anche un modo per conoscersi meglio.

Sono già previste date di presentazione dell’album?
C’è stata un’anteprima alla Vecchia Stazione di Forlì. Ho suonato con un gruppo allargato con fiati, archi e tanti ospiti. Abbiamo fatto il tutto esaurito e suonato davanti a centinaia di persone: una grande soddisfazione! Il 3 aprile, ci ha osspitato Harissa – la Locanda di San Savino. In quell’occasione abbiamo messo alla prova “Auguri Alberta” in un contesto più intimo. Una volta uscito ufficialmente il disco (il 13 aprile), porteremo le nuove canzoni in giro per l’Italia.

Annalisa Nicastro

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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