I Divenere sono un gruppo romano che si forma nel 2005 ed è composto da da Danilo Loprete (voce e chitarra), Claudio Spagnuoli (voce, chitarra e tastiere), Dario De Rosa (basso) e Stefano Aniceto (percussioni). Il loro sound strizza l’occhio a sonorità molto internazionali, soprattutto nel loro nuovo album “The Snow Out Of Her Apartment”. Ci ha fatto molto piacere chiacchierare con loro sulla musica e sui loro progetti, un po’ di aria fresca che entra da una finestra aperta sul Mondo! Leggete cosa ci hanno raccontato!
Il vostro sound è molto internazionale, come vi sentite in Italia?
Artisticamente parlando, ci sentiamo in prigione, e un po’ frustrati per la consapevolezza che se fossimo nati in un altro posto la nostra strada, come musicisti, sarebbe stata di sicuro più semplice. Ma l’Italia, per noi, è solo il punto di partenza, anche se sarebbe ora che questo Paese cominciasse ad essere un po’ più internazionale. Non possiamo essere sempre dieci anni indietro rispetto al resto del mondo. E non parliamo solo di musica.
Come è nato il vostro nuovo disco? C’è un leit motiv che lega le canzoni dell’album?
“The Snow Out Of Her Apartment” nasce dall’esigenza di esternare una serie di stati d’animo e di sensazioni, che sono poi il vero leitmotiv del disco. Abbiamo lavorato tanto in studio perché avevamo qualcosa da dire, e volevamo che il tutto trapelasse soprattutto dalla musica. E’ un disco malinconico, ma con tanti punti di luce.
Quali sono le fonti di ispirazione per i vostri testi?
Fondamentalmente le nostre personali esperienze di vita, ma quello che spesso arriva attraverso i testi, sono flash e immagini. E per dirla tutta, non è poi così importante che il nostro messaggio arrivi così com’è, ci piace l’idea che ognuno possa vivere e rivivere le proprie emozioni attraverso le nostre canzoni.
Ci parlate meglio del vostro Oz Record Studio a Roma e della vostra necessità di aprirlo?
Lo studio è nato conseguentemente alla necessità di assumere il pieno controllo sulle nostre produzioni. Poi siamo felicissimi che tante band, anche lontane da noi come genere, stiano affidando le proprie produzioni alle mani di Claudio, sfruttando la magia dell’Oz.
Cosa ne pensate della scena indie, soprattutto italiana?
Pensiamo che sia davvero limitata e soprattutto soffocata dall’ignoranza e dalla pochezza culturale che questo paese offre. Ovviamente parliamo di musica. I talent show e la televisione hanno preso il sopravvento su tutto, sfornando un numero incredibile di artisti che durano giusto il tempo di uno schiocco di dita. Zero programmazione, zero investimenti a lungo termine, zero tentativi di inculcare una nuova cultura musicale. L’unica cosa positiva è che più in basso di così difficilmente si potrà andare.
Annalisa Nicastro