Recensioni

COVER ART SECRETS # 5 THE ROLLING STONES: LET IT BLEED

Scritto da Marco Restelli

la copertina di Let it bleed è stata considerata tanto celebre da essere inserita fra le dieci copertine più famose dalla Royal Mail nel 2010 con emissione del relativo francobollo

Cinquant’anni fa i Rolling Stones erano in pieno rilancio artistico avendo pubblicato l’anno prima lo splendido Beggars Banquet (del 1968) e in procinto di dare alle stampe Let it Bleed: in altre parole avevano appena iniziato la loro golden age. Forse non molti sanno che in realtà quest’ultimo album – proprio come avvenne per il contemporaneo Abbey Road, di cui abbiamo già raccontato le curiosità inerenti alla copertina – doveva avere un altro nome e intitolarsi: Automatic Changer. A differenza di quanto avvenne per i “rivali” Beatles però, il cambio del nome del disco non spostò di un millimetro la band riguardo alla bontà dell’idea originale avuta da Robert Brownjohn – assoldato dal sodale chitarrista Keith Richards – per la creazione della relativa cover.
Con questa premessa diventa in qualche modo più comprensibile il perché del layout che tutti conosciamo e che vede impilati, partendo dall’alto: una torta alquanto stravagante ricoperta di glassa bianca e condita con ciliegine colorate, un pneumatico, un quadrante di un orologio, il nastro di un film col titolo dell’album e una pizza, Sopra, in cima alla torta, ci sono in bella vista i pupazzetti dei Rolling Stones che suonano un concerto, mentre il tutto si trova sul meccanismo di cambio automatico del giradischi che sta suonando (ovviamente) un album dei Rolling Stones.
Per quanto riguarda la torta fu commissionata dallo stesso Brownjohn ad una pasticcera, di nome Delia Smith, che confezionava anche dolci da esposizione o uso prettamente fotografico. All’epoca era sconosciuta, ma fu presto molto celebre in Inghilterra tanto da scrivere libri di ricette e, perfino, da diventare una sorta di star televisiva. Lei stessa raccontò che la richiesta fattale al riguardo fu di “una torta dal top esageratamente sfacciato” e in effetti è difficile affermare che non abbia eseguito il compito alla lettera. Il dietro della copertina, poi, mostra sostanzialmente la medesima immagine, ma come se nel frattempo fosse avvenuto una sorta di terremoto: i pupazzetti degli Stones sono tutti caduti tranne Richards che però è sprofondato nella glassa, la gomma è mezza bucata, la pizza è stata tagliata e una fetta mezza smangiucchiata è caduta sul disco che prima suonava mentre ora risulta tutto rotto. Se ci fosse un significato recondito o misterioso su questo caos non è dato sapere, ma una cosa è certa: la copertina di Let it bleed è stata considerata tanto celebre da essere inserita fra le dieci copertine più famose dalla Royal Mail nel 2010 con emissione del relativo francobollo. Certamente l’autore era un perfezionista della grafica se si pensa che l’ordine delle canzoni (scritte sempre sul retro della copertina) non corrisponde a quello effettivo sul disco in quanto, a suo avviso, quella sequenza non permetteva di avere un effetto esteticamente valido.
Il perché invece la canzone Gimme Shelter risulti invece scritta “Gimmie Shelter (non solo sulla copertina, ma anche all’interno) credo sia destinato a rimanere un mistero. Chiudo con un’ultima curiosità: Mick Jagger aveva chiesto originariamente di progettare la copertina dell’album al grafico olandese Maurits C. Escher celebre per le sue visioni artistiche legate al mondo della matematica, ma la risposta fu negativa.
Alla luce dei risultati ottenuti da Brownjohn, mi sento di dire che tale diniego è da considerarsi a tutti gli effetti una fortuna: il “Piano B” funzionò a meraviglia.

About the author

Marco Restelli

Originario di Latina, ma trapiantato ormai stabilmente a Bruxelles. Collaboro con diversi siti musicali. Collezionista di dischi dai primi anni '80, ascolto praticamente ogni tipo di musica, distinguendo solo quella che mi emoziona da tutto il resto.
In progetto: l'attività di promoter di eventi live di artisti emergenti nel Benelux. Sono orgogliosamente cattolico, ma ritengo che la tolleranza sia alla base delle relazioni umane. Se dovessi salvare un solo disco, fra i miei 3500, sceglierei "Older" di George Michael. La mia più grande passione, oltre alla musica: la mia famiglia e i miei tre bambini.

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