Recensioni

Blood Command – Praise Armagedonism

I Blood Command sono fiamme che divampano e diventano indomabili

I Blood Command sono ormai una consolidata realtà scandinava esplosa già con il loro album di debutto Ghostclocks nel 2010, per merito di un mix di influenze post-hardcore che ha portato il gruppo ad autodefinire la propria musica “death pop”. Con il loro nuovo disco compiono un ulteriore step, senza giudicare adesso se con esso si va avanti, si sta fermi o si torna indietro.
La scelta di introdurre la cantante Nikki Brumen vira l’asticella sicuramente verso la componente death, non snaturando il percorso compiuto dalla singer australiana con i Pagan. Personalmente mi domando a cosa è dovuto l’alternarsi di tre cantanti femminili nel giro di quattro album, dopo aver visto, cronologicamente, l’uscita di scena di Silje Tombre prima e di Karina Ljone poi. Ma abbandoniamo i pettegolezzi e facciamoci spazzare via da “Praise Armagedonism (Awake Theme)”, terreno di caccia dell’ugola infuocata di Nikki incline ad uno screaming destabilizzante.
Le melodie strumentali pop ordite da quel genio di Yngve Andersen, chitarrista e principale compositore della band, fanno ordine nel caos con canzoni come “Everything You Love Will Burn” e “The End Is Her”, il cui video in bianco e nero è servito per presentare ai fan la novella frontwoman.
“A Questionable Taste In Friends” è un perentorio ritorno agli esordi: ritmica ultra catchy e toni da dancefloor che ci impongono di muovere la testa e il corpo a tempo. La stessa incisività la ritroviamo nel basso di Snorre Kilvær, lampante pilastro portante di “A Villain’s Monologue”, insieme alle urla fragorose emesse da una Brumen sempre più psicotica. Un copione che si ripete in modalità taglia e cuci in “Nuns, Guns & Cowboys”, con la differenza che gli spiragli popcore sono ridotti al lumicino. Il tema della piromania, omaggiato in passato da brani come “Summon The Arsonist”, “S01E02.Return.Of.The.Arsonist.720p.HDTV.x264” e dalla già citata “Everything You Love Will Burn”, si riaccende in “Burn The Blasphemer”: la batteria indiavolata di Sigurd Haakaas appicca l’incendio, l’attitudine ostile di Nikki ci getta sopra altra benzina, finché le fiamme divampano e diventano indomabili.
Praise Armagedonism non si distacca così tanto dai lavori precedenti, segue con spontaneità le esigenze di un talentuoso elemento appena aggiunto, con il quale è possibile abbracciare diverse sonorità. Non ci vedo nulla di sbagliato e se a fine ascolto devo giudicare il passo compiuto, non posso che tessere le lodi ad una band unica nel suo genere.

Blood Command
Hassle Records

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Giovanni Panebianco

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