Si salvi chi può! Un fiume in piena, un galoppo di cavalli, un treno in corsa senza freni. Le sensazioni che la musica di Amaro Freitas con il suo temperamento pianistico (ma esiste questa definizione, mah.. però rende l’idea) passa al pubblico sono molteplici. Passa da tempi veloci e quasi ipnotici a lenti e dolci nel giro di qualche rigo di pentagramma. Lui è il centro, il geyser, la forza musicale che non ti aspetti da un pianista, eppure..
I suoi compagni di viaggio lo sostengono, la accompagnano, lo esaltano lasciandogli la scena. L’esuberanza musicale che accompagna questo musicista brasiliano è incontenibile.
Entra in una vite senza fine durante i suoi assoli, arriva a tendere tutto il corpo stando in bilico sul panchetto dove è seduto, la musica lo pervade, i pedali del pianoforte non esistono più; è solo musica, potente, veloce, ipnotica. Un paio di brani accompagnano il trio verso la “normalità”, verso musica compita, quasi da “manuale”. Ma ricordate, Amaro Freitas è fuori dagli schemi!
Ritroviamo colori e forme della musica di alcuni altri musicisti, Robert Glasper, Tigran Hamasyan, Nik Bartsch… ma potremmo citarne molti altri.
Insomma, un concerto ad alta tensione, non per deboli di cuore!
Un ringraziamento agli artisti, al personale del Blue Note che ci accoglie sempre con grande pazienza e all’ufficio stampa ABGPR.
Jean Elton: contrabbasso
Hugo Medeiros: batteria
https://www.facebook.com/AmaroFreitaspiano/
https://it-it.facebook.com/bluenotemilano/
https://it-it.facebook.com/ABGPR1/