Alex Ricci ritorna con il suo terzo disco solista, dopo i precedenti Gonna Rossa (2013) e La Verità (2021). Amante della musica a tutto tondo, l’artista romano infonde nel suo nuovo lavoro, dal titolo suggestivo Mete, una marea di sonorità che spaziano dal blues al soul, senza evitare di fare una capatina anche dalle parti del folk e della world music.
Il flamenco di “Ma Cos’é” ha evidenti rimandi ad una Spagna molto vicina a noi, in quanto è altresì chiara l’influenza del cantautorato italiano di Max Gazzè e Mannarino. “Dimmi” coniuga il reggae al pop e si sente già profumo di hit estiva. Per restare in tema, le onde del mare di “Paradise Beach” ci introducono a “Capitano”, una delle canzoni più orecchiabili del disco, a cavallo tra il folk dei Mumford & Sons e il senso di introspezione tipico dei Nothing But Thieves. Il blues, amore storico di Alex, è il protagonista della successiva “Difendi Con I Denti”, anche se all’interno viene miscelato un po’ rock nella maniera dei Queens Of The Stone Age.
Il soul di Neffa (“Adesso Lo So”) e i ritmi latini (“Transumanz”) ci avvicinano alla conclusione dell’album, un cerchio che si chiude con Alice Ricci, figlia dell’autore, che canta per la prima volta un brano del papà nella penultima traccia “Comu Du Uè Uè”. Un ipotetico futuro passaggio del testimone che sancisce come sia importante tramandare l’arte alle generazioni che verranno.